Capitolo 17: Le radici comuniste della globalizzazione

Indice dei contenuti

Introduzione

1. Globalizzazione e Comunismo

2. La globalizzazione economica
a. La globalizzazione genera economie di stampo comunista
b. La globalizzazione promuove il Comunismo nei Paesi in via di sviluppo
c. La globalizzazione porta alla polarizzazione della ricchezza, favorendo così la presenza dell’ideologia comunista
d. L’opposizione alla globalizzazione promuove l’ideologia comunista
e. Il Capitalismo occidentale ha rafforzato il Partito comunista cinese

3. La globalizzazione politica
a. L’ONU ha ampliato il potere politico del Comunismo
b. L’ideologia comunista ha sovvertito gli ideali dell’ONU sui diritti umani
c. La globalizzazione promuove la idee politiche comuniste
d. L’idea di un governo mondiale conduce al Totalitarismo

4. La globalizzazione culturale: un mezzo per corrompere l’umanità
a. La globalizzazione culturale distrugge le tradizioni
b. I Paesi occidentali sviluppati esportano una cultura contraria alla tradizione
c. Le multinazionali diffondono una cultura degenerata
d. L’ONU diffonde valori distorti

Conclusione

Note bibliografiche

****

Introduzione

A partire dal Rinascimento, la storia umana è entrata in un periodo di grandi cambiamenti. La rivoluzione industriale, iniziata alla fine del XVIII secolo, ha portato a un aumento notevole della produttività, la situazione di ogni Paese ha subito enormi cambiamenti e la struttura dell’ordine globale ha attraversato trasformazioni radicali. Allo stesso tempo, anche le strutture sociali, il pensiero e le tradizioni religiose sono cambiate in modo drammatico. È stato allora che le fedi tradizionali sono andate in declino, la morale umana ha cominciato a deteriorarsi, le società sono scivolate nel caos e si sono persi gli standard universalmente condivisi  per giudicare i comportamenti. Queste sono le condizioni storiche che hanno messo le basi per la nascita del Comunismo.

Dopo la rivoluzione bolscevica in Russia nel 1917, l’Internazionale Comunista, conosciuta come la Terza Internazionale, ha tentato di esportare la rivoluzione nel mondo. Il Partito Comunista degli Stati Uniti è stato fondato nel 1919, mentre il Partito Comunista Cinese (PCC) nel 1921. Alla fine degli anni Venti e all’inizio degli anni Trenta, una depressione economica globale ha dato un’ulteriore spinta agli ideologi comunisti: le idee politiche ed economiche nel mondo hanno iniziato a spostarsi a Sinistra, l’Unione Sovietica ha raggiunto una certa stabilità e il PCC ha colto l’opportunità per svilupparsi.

Oltre dieci anni più tardi, nel 1949, il PCC ha preso  il potere con la forza in Cina, portando alla ribalta il Comunismo violento. L’Unione Sovietica e il PCC governavano allora decine di Paesi e un terzo della popolazione mondiale: il confronto con il mondo occidentale era iniziato e a guerra fredda che ne è seguita è durata mezzo secolo.

La violenza del Comunismo minaccia in modo evidente tutta l’umanità, ma la maggior parte delle persone nel mondo libero occidentale sottovaluta la minaccia rappresentata dagli elementi non violenti del Comunismo, che si sviluppano in modo silenzioso all’interno delle loro società. Oltre alle infiltrazioni dell’Unione Sovietica, ogni sorta di ideologie e movimenti paracomunisti —  tra cui la società fabiana e i socialdemocratici — si sono inseriti, in Occidente, all’interno dei governi, del mondo degli affari, dell’educazione e della cultura.

Il movimento di controcultura diffusosi in Occidente durante gli anni ’60, così come la Rivoluzione culturale cinese, sono entrambi  conseguenza degli elementi comunisti in azione. Dopo gli anni ’70, le giovani generazioni di contestatori in Occidente hanno lanciato la ‘lunga marcia attraverso le istituzioni’, un tentativo di erodere la cultura tradizionale dall’interno, così da conquistare la leadership sociale e culturale. Dopo poco più di un decennio hanno raggiunto un successo spaventoso.

In seguito alla caduta del muro di Berlino e alla disintegrazione dell’Unione Sovietica, alcune persone hanno festeggiato la fine di quella fase storica e dell’ideologia comunista, mentre altri erano preoccupati per lo scontro di civiltà. Tuttavia, in pochi si sono resi conto che il Comunismo stava assumendo nuove forme e sembianze, nel tentativo di controllare il mondo. La sua nuova bandiera sventolante è diventata quella della globalizzazione.

Con la rivoluzione industriale e lo sviluppo della scienza e della tecnologia, i movimenti delle persone e i cambiamenti nell’economia, nella politica, nella scienza,nella tecnologia e nella cultura, sono diventati molto più frequenti. Le moderne telecomunicazioni, i trasporti, i computer e le reti digitali hanno ridotto le distanze geografiche e annullato i confini che erano rimasti in piedi per migliaia di anni. Il mondo sembra essere diventato piccolo e le interazioni e gli scambi tra i Paesi sono a livelli senza precedenti. Il mondo è diventato sempre più unito. Il rafforzamento della collaborazione globale è una conseguenza naturale degli sviluppi tecnologici, dell’espansione della produzione e delle migrazioni. Questo tipo di globalizzazione è il risultato di un processo storico naturale.

Esiste però un altro tipo di globalizzazione: è il frutto di ideologie comuniste che hanno fatto deviare il naturale processo storico della globalizzazione, per danneggiare l’umanità. Questa seconda forma di globalizzazione è l’oggetto di questo capitolo.

L’essenza della globalizzazione di stampo comunista si trova nella rapida e ampia diffusione di tutti i peggiori aspetti dei regimi comunisti e non comunisti. I mezzi utilizzati comprendono operazioni politiche, economiche, finanziarie e culturali su larga scala, che cancellano rapidamente i confini tra nazioni e popoli: l’obiettivo è quello di distruggere la fede, la morale e le culture tradizionali, elementi dai quali l’umanità dipende per la sopravvivenza e per la propria redenzione. Tutte queste misure mirano a distruggere l’umanità.

In questo libro viene sottolineato come il Comunismo non sia solo una teoria, ma uno spettro malvagio. È qualcosa di vivo, e il suo scopo finale è distruggere l’umanità. Lo spettro non si attiene ad una sola ideologia politica, bensì, quando le condizioni lo permettono, tende a utilizzare anche teorie politiche ed economiche che appaiono essere contrarie alla normale ideologia comunista. Dagli anni ’90 in poi, la globalizzazione ha affermato di promuovere la democrazia, l’economia di mercato e il libero scambio; è stata quindi contestata da diversi gruppi di Sinistra. Tuttavia, questi gruppi di Sinistra non si rendono conto che lo spettro comunista sta operando a un livello superiore. La globalizzazione economica, la politica globale, l’Agenda 21 e varie convenzioni ambientali e internazionali sono tutti diventati strumenti per controllare e distruggere l’umanità.

La globalizzazione, nota anche come globalismo, manipolata dallo spettro comunista ha fatto progressi sorprendenti in diversi settori, utilizzando una varietà di mezzi in tutto il mondo. Questo capitolo discute gli aspetti economici, politici e culturali di questa forma di globalizzazione.

I tre aspetti della globalizzazione appena enunciati si sono fusi nell’ideologia secolare del globalismo. Questa ideologia si presenta in modi diversi in tempi diversi e talvolta utilizza contenuti contraddittori. Nella pratica, però, le sue caratteristiche sono molto simili al Comunismo. Fondato sull’ateismo e sul materialismo, il globalismo promette una splendida utopia, un regno dei Cieli sulla terra, ricco, egalitario e libero dallo sfruttamento, dall’oppressione e dalla discriminazione: un regno gestito da un benevolo governo globale.

Questa ideologia esclude la cultura tradizionale di qualsiasi gruppo etnico, basata sulla fede in Dio e sull’insegnamento della virtù. Negli ultimi anni è divenuto sempre più evidente come questa ideologia si basi sulla ‘correttezza politica’, sulla ‘giustizia sociale’, sulla ‘neutralità dei valori’ e sull’’egalitarismo assoluto’ della Sinistra. Questa è la globalizzazione dell’ideologia. Ogni Paese ha la propria cultura, anche se, tradizionalmente, ognuna di esse era basata su valori universali. La sovranità nazionale e le tradizioni culturali di ogni gruppo etnico svolgono un ruolo importante nel patrimonio nazionale e nell’autodeterminazione e offrono protezione a tutti i gruppi etnici dall’infiltrazione  di forze esterne, compreso il Comunismo.

Una volta formato un supergoverno globale, il Comunismo raggiungerà facilmente il suo obiettivo di eliminare la proprietà privata, le nazioni, le etnie e la cultura tradizionale di ogni nazione. La globalizzazione e il globalismo stanno svolgendo un ruolo distruttivo: stanno minando le tradizioni e l’etica umana e stanno portando alla diffusione delle ideologie del Comunismo e della Sinistra. Rivelare le radici comuniste della globalizzazione e le somiglianze tra globalismo e Comunismo è un compito spinoso ma estremamente importante e urgente.

1. Globalizzazione e Comunismo

Marx non usò il concetto di globalizzazione nei suoi scritti, bensì quello di ìstoria universale’, dalle connotazioni molto simili. Nel Manifesto del Partito Comunista, Marx sostiene che l’espansione globale del Capitalismo avrebbe inevitabilmente prodotto un gran numero di proletari, portando poi a una rivoluzione proletaria in tutto il globo, che avrebbe rovesciato il Capitalismo e realizzato il “paradiso” del Comunismo[1]. Marx scrisse: «Il proletariato può dunque esistere soltanto sul piano della storia universale, così come il Comunismo, che è la sua azione, non può affatto esistere se non come esistenza “storica universale”[2]». Il senso è che la realizzazione del Comunismo dipende dall’azione congiunta del proletariato in tutto il mondo: la rivoluzione comunista deve essere un movimento globale.

Lenin in seguito modificò la dottrina di Marx, proponendo che la rivoluzione potesse essere iniziata dall’anello debole del Capitalismo (la Russia), ma nonostante questo i comunisti non rinunciarono mai all’obiettivo di una rivoluzione mondiale. Già nel 1919, i comunisti sovietici fondarono l’Internazionale comunista a Mosca, con filiali sparse in più di sessanta Paesi. Lenin disse allora che l’obiettivo dell’Internazionale Comunista era quello di fondare la Repubblica sovietica mondiale [3].

Il pensatore americano G. Edward Griffin riassume i cinque obiettivi della rivoluzione globale comunista proposta da Stalin nel suo libro Marxismo ed etnie:

  • Confondere, disorganizzare e distruggere le forze del Capitalismo in tutto il mondo.
  • Riunire tutte le nazioni in un unico sistema mondiale di economia.
  • Forzare i Paesi avanzati a versare aiuti finanziari prolungati a beneficio dei Paesi sottosviluppati.
  • Dividere il mondo in gruppi regionali come fase di transizione al governo mondiale totale. Le popolazioni abbandoneranno più facilmente la loro lealtà nazionale per una vaga lealtà regionale di quanto non lo faranno per un’autorità mondiale. Più tardi, le realtà regionali [come la NATO, SEATO e l’Organizzazione degli Stati americani, ndr] potranno creare un’unica dittatura mondiale del proletariato[4].

William Z. Foster, ex presidente del Partito Comunista Americano, ha scritto: «Un mondo comunista sarà un mondo unificato e organizzato. Il sistema economico sarà una grande organizzazione, basata sul principio di pianificazione che sta nascendo in URSS. Il governo sovietico americano sarà una sezione importante in questo governo mondiale[5]».

Da Marx, Lenin, Stalin e Foster alla ‘comunità dal futuro condiviso’ proposta dal Partito Comunista Cinese, si può notare chiaramente come il Comunismo non sia soddisfatto del potere che esercita in alcuni singoli Paesi: l’ideologia del Comunismo, dal suo inizio alla sua fine, include l’ambizione di conquistare tutta l’umanità.

La rivoluzione mondiale proletaria predetta da Marx non ha avuto luogo. Quello che riteneva essere un Capitalismo disperato e morente, si è invece rivelato trionfante, prospero e fiorente. Rimasto vivo solo in Cina e in pochi altri Paesi, dopo il crollo del Comunismo sovietico e in Europa orientale, il Comunismo sembrava andare incontro alla sua fine. In apparenza il mondo libero aveva vinto.

Eppure, mentre l’Occidente si illudeva che il Comunismo sarebbe stato cestinato nella discarica della storia, la tendenza al Socialismo (la fase primaria del Comunismo) rimaneva fiorente. Il fantasma comunista non era e non è morto. Si nasconde dietro varie dottrine e movimenti mentre corrode ogni angolo del mondo libero e vi si infiltra. Si tratta forse di un caso? Certo che no. La globalizzazione appare come un processo formatosi naturalmente, ma il ruolo del Comunismo sta diventando sempre più evidente nella sua evoluzione. Il Comunismo è infatti una delle ideologie guida della globalizzazione.

Dopo la Seconda guerra mondiale, le forze di Sinistra dei Paesi europei hanno continuato a crescere.
L’Internazionale socialista, che ha sostenuto il Socialismo democratico, comprendeva partiti politici di oltre cento Paesi. Questi partiti erano al potere in vari Paesi, e si sono perfino diffusi in gran parte dell’Europa. Quello che ne è seguito, ovvero un alto livello di sussidi pubblici, tasse elevate e nazionalizzazioni, ha interessato l’Europa nel suo complesso.

La globalizzazione ha svuotato l’industria americana, ridotto la classe media, portato alla stagnazionei redditi, polarizzato ricchezza e povertà, indotto spaccature sociali. Tutto ciò ha fortemente promosso la crescita della Sinistra e del Socialismo negli Stati Uniti, spostando bruscamente le tendenze politiche globali dell’ultimo decennio o giù di lì. Le forze di Sinistra in tutto il mondo sostengono che la globalizzazione abbia causato disuguaglianza di reddito e polarizzazione tra ricchi e poveri. In parallelo a queste tesi, il sentimento anti-globalizzazione è cresciuto rapidamente, diventando una nuova forza che intende resistere al Capitalismo e che chiede il Socialismo.

Dopo la Guerra fredda, gli ideali comunisti si sono infiltrati all’interno della globalizzazione economica. L’obiettivo era di smantellare le economie nazionali e rendere instabile la sovranità economica di ogni Paese. Lo scopo ultimo era arricchire il Partito comunista cinese, sfruttando l’avidità umana e le potenze finanziarie occidentali, che hanno spostato in Cina la propria ricchezza accumulata nel corso di diverse centinaia di anni. Il PCC ha poi utilizzato questa ricchezza per incatenare moralmente altri Paesi e trascinarli verso il basso.

Come capo delle forze comuniste nel mondo di oggi, il PCC rafforza costantemente la sua crescita economica; allo stesso tempo dispensa aiuti ai partiti di Sinistra e comunisti di tutto il mondo per mantenerli in forze. Il PCC usa il suo dominio totalitario per destabilizzare le regole del commercio mondiale e usa la ricchezza che ha ottenuto dal Capitalismo globale per rafforzare il Socialismo. La forza economica del PCC ha anche stimolato le sue ambizioni politiche e militari di esportazione del modello comunista in tutto il mondo.

Da una prospettiva globale, sia la Sinistra anti-globalizzazione che il PCC, che ha beneficiato della globalizzazione, sono cresciuti in nome della globalizzazione stessa. Infatti, lo statu quo del mondo di oggi è molto vicino all’obiettivo che Stalin aveva proposto in passato.

2. La globalizzazione economica

La globalizzazione economica si riferisce all’integrazione del capitale, della produzione e del commercio a livello globale: ha avuto inizio negli anni ’40 e ’50, si è sviluppata negli anni ’70 e ’80, e si è affermata come prassi negli anni ’90. In questo processo, le organizzazioni internazionali e le aziende multinazionali sono state le forze trainanti che hanno condotto, con le loro pressioni, all’allentamento delle regolamentazioni e dei controlli, per consentire il libero flusso di capitali. In superficie, la globalizzazione economica è stata promossa dai Paesi occidentali allo scopo di diffondere il Capitalismo in tutto il mondo.In realtà, la globalizzazione è poi diventata un veicolo per diffondere il Comunismo. In particolare,  ha portato i Paesi occidentali a fornire sostegno finanziario al regime cinese, determinando una dipendenza reciproca tra l’economia di mercato capitalista e l’economia totalitaria socialista del PCC. In cambio di benefici economici, l’Occidente ha sacrificato la propria coscienza e i valori universali, mentre il regime comunista ha espanso il proprio potere sugli altri Paesi attraverso la coercizione economica, portando a una situazione in cui il Comunismo sembrava destinato a conquistare il dominio globale.

a. La globalizzazione genera economie di stampo comunista

La globalizzazione ha trasformato l’economia globale in un’unica grande entità economica. Tramite questo processo abbiamo oggi organizzazioni internazionali, trattati internazionali e regolamenti internazionali. In apparenza sembra che si tratti dell’espansione del Capitalismo e del libero mercato. La realtà è che è stato formato un sistema di controllo economico unificato, in grado di emettere ordini che determinano il destino delle aziende di molti Paesi. Questo equivale a formare un sistema economico totalitario centralizzato: qualcosa di altamente in linea con l’obiettivo di Stalin di unire tutti i Paesi per formare un unico sistema economico. In seguito alla costituzione di questo ordine finanziario internazionale, si è venuta a creare una situazione in cui gli aiuti economici dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo diventano una realtà costante per un lungo periodo. Questo era  esattamente il terzo obiettivo di Stalin.

Per quanto riguarda il sostegno finanziario, le organizzazioni finanziarie internazionali di solito attuano interventi macroeconomici all’interno dell’economia del Paese che riceve assistenza. Il metodo utilizzato è dittatoriale: non solo viene imposto forzatamente, ma tende a ignorare anche le condizioni sociali, culturali e storiche del Paese beneficiario. Il risultato è una restrizione delle libertà e un controllo più centralizzato. Lo studioso americano James Bovard ha scritto che la Banca Mondiale «ha fortemente promosso la nazionalizzazione delle economie del Terzo Mondo e ha intensificato il controllo politico e burocratico sulla vita dei più poveri tra i poveri[6]».

D’altra parte, la globalizzazione economica ha creato un’economia globale omogenea, portando a maggiori conformità nelle tendenze dei consumatori, assieme a meccanismi unificati di produzione e consumo. Le piccole imprese, in particolare i negozi tradizionali di arti e mestieri, hanno sempre meno spazio per riuscire a sopravvivere. Molte piccole imprese, assieme a quelle associate a gruppi etnici locali, sono state semplicemente spazzate via. Sempre più persone hanno perso l’ambiente adatto e quindi la possibilità di impegnarsi liberamente nel commercio all’interno dei propri confini nazionali.

I Paesi in via di sviluppo diventano parte di una catena di produzione globale, cosa che indebolisce la sovranità economica delle singole nazioni e in alcuni casi porta al fallimento dello Stato. Alcuni Paesi sono gravati dal debito e dalla necessità di ripagare i prestiti, il che mina le fondamenta di una libera economia capitalistica.

b. La globalizzazione promuove il Comunismo nei Paesi in via di sviluppo

All’inizio degli anni 2000, la Giamaica ha aperto i suoi mercati, iniziando a importare grandi quantità di latte vaccino a basso costo. Il latte è diventato quindi un bene a buon mercato, con la conseguenza di mandare in bancarotta gli allevatori locali, incapaci di sopravvivere alla marea di importazioni a basso costo. Il Messico aveva numerosi impianti di produzione industriale leggera, ma dopo l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) la maggior parte di quei posti di lavoro sono scomparsi, trasferiti proprio in Cina. Il Messico ha accusato il colpo in quanto non aveva capacità produttive di alto livello. L’Africa è ricca di minerali, ma con l’arrivo degli investimenti stranieri, i minerali africani sono stati estratti ed esportati all’estero, con un guadagno economico molto basso per i residenti locali.

Gli investimenti esteri portano inoltre alla corruzione che influenza i governi. La globalizzazione dovrebbe portare la democrazia’ in quei Paesi, ma in realtà ha consegnato il potere a dittature corrotte. In molti luoghi, la povertà è aumentata. Secondo quanto affermava la  Banca Mondiale nel 2015, «oltre la metà di chi vive in condizione di povertà estrema si trova nell’Africa subsahariana». Inoltre, «il numero dei poveri presenti nella regione è aumentato di 9 milioni, con 413 milioni di persone che nel 2015 vivevano con meno di 1,90 dollari al giorno… [7]».

Durante la recente crisi economica asiatica, la Thailandia ha aperto il suo debole sistema finanziario agli investimenti internazionali: il risultato è stato una prosperità temporanea. Tuttavia, una volta che gli investimenti stranieri sono spariti, l’economia tailandese si è bloccata, influenzando negativamente i Paesi vicini.

Con lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione e dei trasporti, la Terra è diventata un unico villaggio. La globalizzazione prometteva di portare prosperità finanziaria e valori democratici all’interno di questo villaggio globale; tuttavia, come ha dichiarato il professor Dani Rodrik della John F. Kennedy School of Government di Harvard, c’è un “trilemma” presente nella globalizzazione: «Non possiamo contemporaneamente perseguire la democrazia, la determinazione nazionale e la globalizzazione economica[8]». Si tratta di una lacuna nascosta della globalizzazione, qualcosa che il Comunismo ha sfruttato.

I benefici e le opportunità offerte dalla globalizzazione sono limitati a un numero ristretto di persone. La globalizzazione ha artificialmente aggravato le disuguaglianze e non è in grado di risolvere i problemi a lungo termine causati dalla povertà. La globalizzazione ha eroso la sovranità nazionale, esacerbato le turbolenze regionali e generato conflitti tra “oppressore” e “oppresso”. Le nozioni di oppressione, sfruttamento, disuguaglianza e povertà sono infatti armi che la Sinistra usa per combattere il Capitalismo, poiché il concetto della resistenza degli oppressi nei confronti dell’oppressore è tipico del Comunismo. L’ideologia comunista dell’egualitarismo e l’ethos della lotta si sono quindi diffusi in tutto il mondo insieme alla globalizzazione.

c. La globalizzazione porta alla polarizzazione della ricchezza, favorendo così la presenza dell’ideologia comunista

Il gigantesco deflusso di industrie e posti di lavoro ha portato la classe operaia e la classe media dei Paesi occidentali a diventare  vittime della globalizzazione. Prendiamo l’America, come esempio: con l’enorme fuga di capitali e tecnologia verso la Cina, sono andati persi numerosi posti di lavoro nel settore manifatturiero, con conseguente perdita di industrie e aumento del tasso di disoccupazione. Dal 2000 al 2011, circa 5 milioni e 700 mila lavoratori del settore manifatturiero hanno perso il loro posto di lavoro e  circa 65 mila fabbriche hanno chiuso i battenti[9]. Il divario tra ricchi e poveri è in costante aumento negli Stati Uniti e, negli ultimi trent’anni, la crescita del salario medio (corretto in base all’inflazione) ha subito un rallentamento, portando all’emergere dei cosiddetti ‘lavoratori poveri’: coloro che lavorano o cercano lavoro per ventisette settimane all’anno, ma il cui reddito è inferiore al livello ufficiale di povertà. Nel 2016 circa 7 milioni e 600 mila americani sono stati annoverati tra i lavoratori poveri[10].

La polarizzazione tra ricchi e poveri è il terreno in cui il Comunismo può germogliare. I problemi economici non si limitano al solo ambito economico, ma continuano ad espandersi. La richiesta di ‘giustizia sociale’ e di una soluzione all’ingiusta distribuzione del reddito è proprio il fattore che porta all’arrivo di un’ondata di ideologia socialista. Nel frattempo, anche la domanda di assistenza sociale aumenta, cosa che crea a sua volta famiglie più povere e, in ultima istanza, forma un circolo vizioso.

A partire dal 2000, il raggio di azione della politica degli Stati Uniti si è sempre più aperto all’influenza di Sinistra. Durante le elezioni del 2016, la richiesta di Socialismo era in crescita, così come la polarizzazione politica. In larga misura, l’impatto della globalizzazione è da considerarsi alla base di questi cambiamenti. Da un punto di vista storico, maggiore è il disagio in cui si trovano le società democratiche occidentali, più forte il Comunismo si presenta sul palcoscenico mondiale.

d. L’opposizione alla globalizzazione promuove l’ideologia comunista

Con l’avanzata della globalizzazione sono arrivate anche le campagne anti-globalizzazione, segnate dale violente proteste avvenute il 30 novembre 1999 a Seattle, contro la Conferenza ministeriale dell’OMC. In seguito, tre grandi conferenze internazionali tenutesi nel 2001 (il vertice delle Americhe in Quebec, Canada; il vertice dell’Unione Europea a Göteborg, Svezia; e il vertice del G8 a Genova) hanno visto esplodere manifestazioni violente. Nel 2002 a Firenze si è tenuta una manifestazione anti-globalizzazione su larga scala senza precedenti, con circa un milione di partecipanti.

Le campagne anti-globalizzazione in tutto il mondo attirano partecipanti provenienti da diversi contesti. La stragrande maggioranza di loro sono di Sinistra e oppositori del Capitalismo, come i sindacati, le organizzazioni ambientaliste (anch’esse infiltrate da elementi comunisti), le vittime della globalizzazione e il ceto sociale degli svantaggiati. Il risultato è che il pubblico, contando sia i sostenitori che gli oppositori della globalizzazione, collabora inavvertitamente ai fini del Comunismo.

e. Il Capitalismo occidentale ha rafforzato il Partito Comunista Cinese

Nel valutare i successi o i fallimenti della globalizzazione, gli studiosi citano spesso la Cina come esempio di successo. La Cina sembrava aver tratto grandi benefici dalla globalizzazione e si è imposta rapidamente come seconda economia mondiale. Molti prevedevano che la Cina avrebbe infine preso il posto degli Stati Uniti.

A differenza del modello messicano della manodopera a bassissimo costo, il PCC cerca di mettere le mani sulla tecnologia più avanzata dall’Occidente, per poi superare i concorrenti. In cambio della vendita sul mercato cinese, il PCC richiede alle imprese dei Paesi sviluppati di creare joint venture, che poi utilizza per ottenere informazioni sulle tecnologie più importanti. Il PCC ha adottato numerosi metodi a tal fine, dai trasferimenti di tecnologia a veri e propri furti, avvenuti mediante operazioni di pirateria informatica. Una volta conseguite queste tecnologie avanzate, il PCC ha bombardato il mercato mondiale con prodotti a basso prezzo. Inoltre, grazie a sconti e sovvenzioni all’esportazione, il PCC ha sconfitto i concorrenti proponendo di fatto prezzi inferiori a quelli di mercato e portando a uno sconvolgimento dei mercati liberi.

In più, a differenza di altri Paesi non sviluppati che hanno aperto i loro mercati interni, il PCC ha creato molteplici barriere commerciali. Dopo l’adesione all’OMC, il PCC ha approfittato sia delle regole dell’organizzazione, sia del processo della globalizzazione, per attuare un dumping sui prodotti all’estero. Calpestando le regole dell’OMC, il regime ha portato a casa notevoli vantaggi economici. Il Partito, del resto, non ha aperto i propri settori chiave — tra i quali telecomunicazioni, banche e energia — il che, a sua volta, ha permesso alla Cina di trarre vantaggio dall’economia globale, pur rinnegando gli impegni presi.

I profitti economici hanno portato il mondo occidentale a farsi comprare dalla Cina e, come conseguenza, a non vedere e non sentire tutto quello che ruota attorno alle violazioni dei diritti umani. Infatti, mentre il PCC continua a violare i diritti umani, la comunità internazionale continua ad accordare generosi trattamenti di favore al regime.

Nel bel mezzo della globalizzazione, il PCC è un’entità potente; aggiungendo poi la bancarotta morale in cui si trova la società cinese, l’economia di mercato e le regole del commercio in Occidente hanno ricevuto un colpo tremendo. Il PCC ha demolito le regole e ha raccolto tutti i frutti della globalizzazione. In un certo senso, la globalizzazione è stata come una trasfusione di sangue fresco per il PCC, che ha permesso a uno Stato comunista in via di estinzione di tornare in vita. Dietro la manipolazione della globalizzazione c’è lo scopo nascosto di sostenere il PCC attraverso la riallocazione della ricchezza. Nel frattempo, il PCC è stato in grado di accumulare profitti in modo illecito, mentre compie tuttora le peggiori violazioni dei diritti umani.

La globalizzazione è stata un processo che ha portato non solo al salvataggio del PCC, ma anche alla legittimazione del regime comunista cinese. Mentre il Partito ha messo su nuovi “muscoli” socialisti grazie alle “sostanze nutritive” capitaliste, l’Occidente è caduto in relativo declino, cosa che ha incrementato la convinzione del PCC nel perseguire il Totalitarismo comunista e le sue ambizioni globali. L’ascesa della Cina ha infatti entusiasmato molti socialisti e membri della Sinistra in tutto il mondo.

Con la crescita della sua economia, il PCC ha intensificato gli sforzi per infiltrarsi nelle organizzazioni economiche globali, tra cui l’OMC, il FMI, la Banca Mondiale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale e altre ancora. Quando i funzionari del Partito ottengono una posizione importante all’interno di queste organizzazioni, possono sostenere le strategie del PCC e a difenderne le politiche.

Il PCC si avvale di organizzazioni economiche internazionali per portare avanti i propri interessi economici e il proprio modello corporatista. Se le sue ambizioni non verranno fermate, non c’è dubbio che il regime porterà disastri alla politica e all’economia globale.

Quanto sopra sono solo alcuni esempi di come la globalizzazione economica sia stata usata per promuovere e diffondere il Comunismo. Con i progressi nelle telecomunicazioni e nei trasporti, le attività economiche si estendono ora oltre i confini nazionali. Questo può anche essere considerato un processo naturale, ma in questo caso si è trasformato in un’opportunità per il PCC di incamminarsi sul sentiero del dominio globale. È giunto il momento per la comunità internazionale di fare attenzione a ciò che sta accadendo e di liberare la globalizzazione dagli elementi comunisti. In questo modo, la sovranità dei singoli Stati e il benessere di ciascun popolo avranno la possibilità di divenire realtà.

3. La globalizzazione politica

A livello politico, la globalizzazione si manifesta con l’aumento della cooperazione tra i Paesi, l’emergere di organizzazioni internazionali, la creazione di programmi politici e di trattati internazionali, la restrizione della sovranità nazionale e un graduale trasferimento di potere dagli Stati sovrani alle organizzazioni internazionali. A seguito della creazione delle istituzioni internazionali e di norme e regolamenti che trascendono i confini nazionali, queste istituzioni hanno iniziato a violare la vita politica, culturale e sociale dei singoli Paesi. Il potere politico inizia infatti a concentrarsi in un’istituzione internazionale simile a un governo globale, che erode la sovranità nazionale, indebolisce le credenze tradizionali e le basi morali di società fino ad allora distinte e mina la cultura tradizionale, sovvertendo le regole di condotta convenzionali a livello internazionale. Tutto questo fa parte del graduale avanzamento del programma comunista.

Durante questo processo, il Comunismo promuove e usa le organizzazioni internazionali per rafforzare gli elementi comunisti, diffondendo al contempo  la propria filosofia di lotta e le sue ideedistorte in merito ai diritti umani e alle libertà; sostiene così le idee socialiste su scala globale, ridistribuisce la ricchezza e cerca di costruire un governo globale che porti l’umanità sulla via del Totalitarismo.

a. L’ONU ha ampliato il potere politico del Comunismo

L’Organizzazione delle Nazioni Unite, istituita dopo la fine della Seconda guerra mondiale, è la più grande organizzazione internazionale al mondo, inizialmente creata per rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra i Paesi. Come entità sovranazionale, le Nazioni Unite sono in armonia con l’obiettivo del Comunismo di eliminare i singoli Stati e sono state utilizzate per aumentare il potere del Comunismo. Fin dagli inizi, le Nazioni Unite sono diventate uno strumento utilizzato dal Comunismo sovietico:  un palcoscenico del Partito Comunista su cui auto promuoversi e promuovere l’idea comunista di un governo mondiale.

In occasione dell’istituzione dell’ONU venne redatto lo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite. L’allora Unione Sovietica era uno dei Paesi promotori e un membro permanente del Consiglio di Sicurezza:  svolgeva un ruolo di primo piano. Alger Hiss, redattore della Carta e segretario generale della Conferenza della Carta delle Nazioni Unite, nonché funzionario del Dipartimento di Stato americano e importante consigliere di Roosevelt, fu in seguito accusato di essere una spia sovietica e infine condannato per falsa testimonianza nel contesto delle accuse a lui rivolte [11]. I punti di debolezza presenti nella Carta e nelle convenzioni delle Nazioni Unite costituiscono elementi vantaggiosi per i regimi comunisti e probabilmente hanno molto a che fare con l’operato di Hiss.

A capo di molte importanti agenzie delle Nazioni Unite vi sono comunisti o simpatizzanti del Comunismo. Molti segretari generali delle Nazioni Unite sono stati socialisti e marxisti. Trygve Lie, il primo segretario generale, era un socialista norvegese, fortemente sostenuto dall’Unione Sovietica. Il suo compito più importante è stato quello di far entrare il Partito Comunista Cinese nelle Nazioni Unite. Il suo successore, Dag Hammarskjöld, era un socialista favorevole a una rivoluzione comunista globale; si è adoperato spesso per adulare Zhou Enlai, funzionario di alto livello del PCC[12]. Il terzo segretario generale, U Thant, proveniva dal Myanmar (ex Birmania): era un marxista che credeva che gli ideali di Lenin fossero coerenti con la Carta delle Nazioni Unite[13]. Il sesto segretario generale, Boutros Boutros Boutros-Ghali, era al tempo vicepresidente dell’Internazionale Socialista. Non è quindi difficile capire perché i leader dei regimi comunisti ricevano regolarmente trattamenti di cortesia dalle Nazioni Unite. Molte convenzioni delle Nazioni Unite sono di fatto diventate strumenti per promuovere, direttamente o indirettamente, le idee comuniste ed espandere il potere comunista.

La più alta missione delle Nazioni Unite è quella di mantenere la pace e la sicurezza nel mondo. Le forze di pace delle Nazioni Unite sono sotto la responsabilità del Dipartimento per gli Affari Politici. Quattordici persone hanno diretto il dipartimento dal 1946 al 1992 e di queste tredici erano cittadini sovietici. Il regime comunista sovietico ha continuato a cercare di espandere il potere comunista, senza avere alcun interesse reale nel contribuire alla pace nel mondo. Pertanto, anche se il dipartimento ha utilizzato slogan come «salvaguardare la pace nel mondo», l’obiettivo centrale era la promozione degli interessi del Comunismo. Semplicemente, sostenere un’organizzazione filosocialista si conformava ai suoi obiettivi.

A quel tempo, degli agenti comunisti si erano infiltrati negli Stati Uniti. Il direttore dell’FBI J. Edgar Hoover dichiarò nel 1963 che i diplomatici comunisti assegnati alle Nazioni Unite «rappresentano la spina dorsale delle operazioni di intelligence russa in questo Paese[14]». Dopo il crollo dell’ex regime comunista sovietico, la sua ‘eredità’ aleggiava ancora nelle Nazioni Unite: «Gli occidentali che lavoravano alle Nazioni Unite […] si sono trovati circondati da quella che molti hanno definito una mafia comunista[15]».

Il PCC utilizza le Nazioni Unite come strumento di propaganda. Ognuno dei cinque Stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza ha un sottosegretario generale delle Nazioni Unite. Sebbene il sottosegretario generale delle Nazioni Unite non possa più rappresentare gli interessi di un singolo Paese, il segretario generale, nel momento in cui rappresenta gli interessi sociali ed economici del PCC, sostiene di fatto l’ideologia del PCC. I più alti funzionari delle Nazioni Unite, compreso il segretario generale stesso, hanno promosso infatti l’iniziativa One Belt, One Road [chiamata anche Nuova Via della Seta, NdT] del PCC presentandola come uno strumento per affrontare la povertà nei Paesi in via di sviluppo.

Il progetto One Belt, One Road è considerato da molti Paesi come un’arma che mira ad espandere l’egemonia del PCC e ha lasciato molti Paesi in una profonda crisi del debito. Ad esempio lo Sri Lanka ha dovuto prestare un importante porto al PCC per novantanove anni, allo scopo di saldare il proprio debito. Per lo stesso motivo, il Pakistan ha dovuto chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale. Questa Nuova Via della Seta porta al controllo, da parte del PCC, delle realtà politiche e dell’economia dei Paesi che vi partecipano, oltre ad entrare in conflitto con i diritti umani e la democrazia; per questo motivo molti Paesi stanno schiacciando il freno. Nonostante questo, a causa dell’influenza politica del PCC, gli alti funzionari delle Nazioni Unite hanno promosso attivamente  il progetto[16].

b. L’ideologia comunista ha sovvertito gli ideali dell’ONU sui diritti umani

Uno degli obiettivi delle Nazioni Unite è quello di promuovere le libertà e i diritti umani , riconosciuti come universali. Il PCC, insieme ad altri regimi corrotti, nega l’universalità dei diritti umani. Al contrario, sostiene che i diritti umani siano “affari interni”, in modo tale da poter nascondere la sua storia, costellata di persecuzioni e abusi. Arriva persino a elogiare sé stesso per aver garantito il diritto alla sussistenza al popolo cinese. Il PCC ha usato la piattaforma delle Nazioni Unite per attaccare i valori democratici dell’Occidente, facendo leva sulle alleanze con i Paesi in via di sviluppo, così da sovvertire gli sforzi delle nazioni libere nel promuovere i valori universali. A causa della manipolazione attuata dai fattori comunisti, l’ONU non solo ha fatto poco per migliorare i diritti umani, ma spesso è stato usato dai regimi comunisti per mascherare gli scarsi risultati in questo campo.

Molti ricercatori hanno documentato come l’ONU abbia tradito i propri ideali. Nate all’ombra dell’Olocausto, le Nazioni Unite non fanno nulla di fronte ai genocidi. Lo scopo originario delle Nazioni Unite era quello di opporsi agli aggressori e proteggere i diritti umani. Per agire in tal senso, l’esercizio del giudizio morale doveva essere una premessa necessaria; eppure le Nazioni Unite attuali rifiutano di esprimere giudizi morali[17].

Dore Gold, ex ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite e autore di Tower of Babble: How the United Nations Has Fueled Global Chaos, [La Torre di Babele: come le Nazioni unite hanno fomentato il disordine globale] ha affermato: «L’ONU non è una entità benigna che opera a livello mondiale, bensì qualcosa di inefficace. Ha effettivamente accelerato e diffuso il caos nel mondo». Gold ha fornito numerose prove, tra cui la «neutralità dei valori» dell’ONU, l’immoralità dell’«equivalenza morale» e del «relativismo morale», la corruzione, i Paesi con scarsi risultati in materia di diritti umani ma che svolgono ruoli principali nella Commissione per i diritti umani, i Paesi non democratici che hanno la maggioranza dei voti e i regimi comunisti che esercitano il controllo[19]. Secondo Gold, le Nazioni Unite sono un «abietto fallimento» e sono «dominate da forze anti-occidentali, dittature, Stati che sponsorizzano il terrorismo, e dai peggiori nemici dell’America, […]tradendo così i nobili ideali dei fondatori dell’ONU[20]».

La Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato la politica del voto a maggioranza. Tuttavia, i Paesi che non hanno una buona reputazione in materia di diritti umani possono diventare Stati membri e persino sovrintendere al Consiglio per i Diritti Umani, rendendo quindi inutile le sue analisi. Il PCC ha poi di fatto comprato molti Paesi in via di sviluppo, facendo sì che le critiche verso lo stato dei diritti umani in Cina —  portate avanti dagli Stati Uniti attraverso le Nazioni Unite — venissero ripetutamente accantonate. La tirannia democratica intrinseca alle Nazioni Unite ha permesso che le votazioni siano oggi uno strumento usato dalle forze comuniste per opporsi alle nazioni libere su molte questioni. Questo ha portato gli Stati Uniti a ritirarsi più volte dal Consiglio dei Diritti Umani. L’Occidente vuole promuovere la libertà e i diritti umani, ma è stato ripetutamente bloccato dai Paesi comunisti. Il Consiglio per i Diritti Umani è andato fuori strada, guidato da regimi corrotti, mentre le cosiddette convenzioni internazionali, sebbene adottate, non hanno fatto nulla per vincolare i Paesi totalitari. Questi Paesi si limitano a ripetere degli slogan, ma non attuano le politiche necessarie.

Non è quindi difficile capire come la Carta delle Nazioni Unite sia molto simile alla Costituzione sovietica e in diretta opposizione alla Costituzione degli Stati Uniti. Il suo scopo non è quello di proteggere i diritti delle persone, ma di servire i bisogni dei governanti. Ad esempio, alcune disposizioni della Costituzione sovietica includevano, subito dopo aver elencato i diritti dei cittadini, espressioni come «nell’ambito del campo di applicazione della legge». In apparenza, la Costituzione sovietica portò ai cittadini alcuni diritti, ma in realtà, in seguito sono state stipulate molte leggi specifiche «nell’ambito del campo di applicazione della legge». Tutto questo ha permesso al governo sovietico di privare arbitrariamente i cittadini dei loro diritti, secondo le interpretazioni che rientravano «nell’ambito del campo di applicazione della legge».

Questo è anche il modo in cui la Carta delle Nazioni Unite e vari contratti e convenzioni definiscono i diritti delle persone. Per esempio, nel Patto internazionale sui diritti civili e politici, dichiarazioni come «ognuno ne ha diritto» sono allegate a disposizioni come «i suddetti diritti non saranno soggetti ad alcuna restrizione, eccetto quelle previste dalla legge». Questa non è solo una scelta di arbitraria o casuale, ma una porta di servizio creata e lasciata aperta di proposito dal Comunismo.

Il problema si ha nel momento in cui, quando i politici lo ritengono necessario, ogni diritto presente nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani può essere legalmente sospeso. «Non c’è una scusa migliore per un dittatore», afferma Edward Griffin. «La maggior parte delle guerre e dei crimini a livello nazionale sono commessi in nome di una di queste [disposizioni, NdT][21]». È difficile per i Paesi liberi privare arbitrariamente i cittadini delle loro libertà, ma i regimi comunisti possono approfittare apertamente delle scappatoie presenti nella Dichiarazione dei diritti umani.

c. La globalizzazione promuove la idee politiche comuniste

Il Comunismo, attraverso i suoi agenti, crea ripetutamente problemi a livello globale; allo stesso tempo, però, sostiene che la soluzione sia da ricercare in una maggiore collaborazione internazionale e nelle strutture di potere: il fine è quello di stabilire un governo mondiale. Di conseguenza, vari Paesi si ritrovano sempre più vincolati da un numero crescente di trattati internazionali. A questo consegue che la loro sovranità nazionale viene indebolita.

Molti gruppi sostengono strutture di potere internazionali di questo tipo e, sebbene tali gruppi non siano necessariamente comunisti, le loro rivendicazioni sono coerenti con gli obiettivi comunisti di eliminare le singole nazioni e stabilire un governo mondiale.

Durante la Giornata della Terra nel 1970, una personalità del mondo delle comunicazioni disse: «L’umanità ha bisogno di un ordine mondiale. La nazione pienamente sovrana è incapace di affrontare l’avvelenamento dell’ambiente. […] La gestione del pianeta, che si tratti della necessità di prevenire le guerre o prevenire i danni alle condizioni di vita, richiede un governo mondiale[22]». Nel Secondo manifesto umanista del 1973 si può leggere: «Abbiamo raggiunto un punto di svolta nella storia dell’umanità; la migliore opzione è quella di superare i limiti della sovranità nazionale e di procedere verso la costruzione di una comunità mondiale […] Così guardiamo allo sviluppo di un sistema di diritto mondiale e di un ordine mondiale, basato su un governo federale transnazionale[23]».

In effetti, l’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente avvenne dopo che, nel 1972, un’associazione che sosteneva una confederazione globale richiese  lo sviluppo di soluzioni ambientali globali e l’istituzione di un’agenzia globale per la protezione dell’ambiente. Il suo primo direttore fu Maurice Strong, un canadese con forti tendenze socialiste.

Al Vertice della Terra delle Nazioni Unite, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992 (noto anche come Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo), 178 governi hanno votato a favore dell’adozione dell’Agenda 21. Il progetto, presentato in un testo di ottocento pagine, includeva contenuti sull’ambiente, i diritti delle donne, l’assistenza medica e così via. Un influente ricercatore presso un istituto di ricerca ambientale e successivamente funzionario del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, aveva in quell’occasione commentato: «La sovranità nazionale, cioè il potere di un Paese di controllare gli eventi all’interno del suo territorio, ha perso molto del suo significato nel mondo di oggi, dove i confini vengono regolarmente  violati dall’inquinamento, dal commercio internazionale, dai flussi finanziari e dai rifugiati. […] Le nazioni stanno in effetti cedendo parti della loro sovranità alla comunità internazionale e cominciando a creare un nuovo sistema di governance ambientale internazionale come mezzo per risolvere problemi altrimenti ingestibili[24]».

Superficialmente le motivazioni dietro un governo mondiale sembrano nobili, ma il vero scopo è la promozione del Comunismo per dominare il mondo. Nel sedicesimo capitolo abbiamo descritto in dettaglio come il Comunismo utilizzi anche la pretesa di proteggere l’ambiente per portare avanti i suoi obiettivi.

Durante il mandato di Boutros-Ghali come segretario generale delle Nazioni Unite nel periodo 1992-1996, sono stati compiuti  rapidi passi nella marcia delle Nazioni Unite verso un governo mondiale. Boutros-Ghali ha preteso la formazione di un esercito permanente delle Nazioni Unite e invocato anche il diritto di riscuotere tasse[25]. A causa dell’opposizione degli Stati Uniti, Ghali non è stato in grado di servire un secondo mandato. Altrimenti, la situazione che si sarebbe creata nelle Nazioni Unite sarebbe stata difficile da prevedere. Sebbene i regimi comunisti rifiutino sempre di interferire negli affari interni di altri Paesi, essi partecipano attivamente a varie organizzazioni internazionali, sostengono l’espansione delle funzioni delle Nazioni Unite e promuovono il concetto di governance globale.

Nel 2005, il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha affermato: «Nell’era dell’interdipendenza, la cittadinanza globale è un pilastro cruciale del progresso». Robert Chandler, un intellettuale strategico che ha lavorato per l’aviazione americana, la Casa Bianca e vari dipartimenti governativi degli Usa, ritiene che il cosiddetto progresso proposto da Annan distruggerebbe la sovranità nazionale e aprirebbe la strada a una società civile globale senza frontiere. Il programma dell’ONU ‘Per una cultura di pace’ è in realtà organizzato e guidato da appartenenti all’ultra Sinistra, che Chandler ritiene siano intenzionati a distruggere la sovranità nazionale e a creare un governo mondiale totalitario senza frontiere[27].

Il libro The Naked Communist [Il comunista nudo] venne pubblicato nel 1958 con l’intento di denunciare il Comunismo. Il testo elenca i quarantacinque obiettivi dei comunisti, tra i quali: «Promuovere le Nazioni Unite come unica speranza per l’umanità. Se il loro statuto dovesse essere riscritto, esigere che venga costituito un governo mondiale che possieda proprie forze armate indipendenti[28]». Molti si rendono conto che l’istituzione di un governo mondiale non può essere raggiunta a breve termine; è per questo che comunisti e globalisti usano varie argomentazioni per sostenere l’esigenza di creare istituzioni internazionali in vari campi, poi promuovono l’unità di queste istituzioni e continuano a sostenere la dipendenza dalle Nazioni Unite, con lo scopo ultimo di istituire un governo mondiale.

Sostenere un governo mondiale, gonfiando deliberatamente il ruolo delle Nazioni Unite e presentandole come una panacea per tutti i problemi attuali, è parte di un tentativo di giocare a fare Dio, pianificando il futuro dell’umanità attraverso la manipolazione del potere. Si tratta in effetti dell’utopia comunista: una religione che le persone stabiliscono per sé stesse e il cui risultato è devastante.

d. L’idea di un governo mondiale conduce al Totalitarismo

Non c’è niente di sbagliato nell’immaginare un mondo o un futuro migliore, ma cercare di stabilire un governo mondiale per risolvere tutti i problemi dell’umanità significa correre dietro a un’utopia dell’età moderna: il pericolo è di cadere nel Totalitarismo.

Un problema inevitabile, per un governo mondiale che intenda affrontare veramente i problemi globali, è come attuare effettivamente le proprie politiche, siano esse militari, economiche o di altro tipo. Per far passare le sue politiche su scala globale, un governo di questo tipo non prenderebbe sicuramente la forma di una democrazia libera come quella degli Stati Uniti, ma sarebbe invece un grande governo totalitario come l’ex Unione Sovietica o il regime comunista cinese.

Per attirare i vari Paesi ad aderirvi, un governo mondiale dovrebbe offrire allettanti benefici, promettere di portare il benessere e avere un progetto utopistico globale per l’umanità. La proposta sarebbe simile a quella del Comunismo, che si presenta come la panacea dei mali di ogni Paese. Per realizzare gli ideali utopici di un così vasto numero di Paesi e risolvere complesse questioni globali, che si tratti di proteggere l’ambiente o di fornire sicurezza e benessere su scala globale, un tale governo mondiale cercherebbe inevitabilmente di centralizzare il potere. Questa centralizzazione incrementerebbe il potere del governo fino a un livello ineguagliabile, così che il suo controllo sulla società raggiungerebbe un livello senza precedenti. In questa fase, un tale governo mondiale non si preoccuperebbe di raggiungere il consenso tra i Paesi membri o di rispettare gli impegni presi nei loro confronti, ma si concentrerebbe unicamente sull’attuazione delle sue politiche.

Nel mondo di oggi, esistono grandi differenze tra i Paesi. Molti non hanno né una fede ortodossa né le basilari libertà, per non parlare del rispetto dei diritti umani o del mantenimento di elevati standard morali. Se i Paesi si riunissero per formare un governo mondiale, un tale governo adotterebbe gli standard più bassi presenti, eliminando qualsiasi requisito relativo alla fede e alle credenze, alla morale e ai diritti umani. In altre parole, i Paesi si sentirebbero liberi di gestire queste tematiche utilizzando il concetto di cosiddetta neutralità nella religione, nella morale e nei diritti umani. Un governo mondiale promuoverebbe inevitabilmente una sola cultura principale, così da unificare il mondo. Tuttavia, il problema è che ogni Paese ha le proprie tradizioni culturali e credenze religiose.

La maggior parte degli esperti, degli studiosi e dei governi che sostengono attivamente la creazione di un governo mondiale sono atei o hanno opinioni progressiste in merito alle credenze religiose. Appare chiaro che un governo mondiale avrebbe l’ateismo come valore fondamentale: sarebbe una conseguenza inevitabile, dato che il Comunismo è la forza dietro di esso. Per mantenere il suo dominio, il governo mondiale dovrebbe attuare con la forza un processo di rieducazione ideologica, ricorrendo a mezzi coercitivi. Al fine di prevenire la frammentazione o i movimenti indipendentisti dei Paesi membri, un governo mondiale rafforzerebbe notevolmente le sue forze militari e la polizia, così come il controllo sulla libertà di parola e di espressione.

Il governo di un Paese il cui popolo non abbia né fede e né cultura condivise potrà fare affidamento solo su un potere autoritario, cioè sul dominio totalitario, per rimanere al potere. Il risultato sarà una riduzione delle libertà individuali. Un governo mondiale sarebbe inevitabilmente un governo totalitario, in quanto utilizzerebbe il proprio potere autoritario per sostenersi.

In conclusione, il cammino verso un governo mondiale è il cammino verso un Totalitarismo comunista sotto un’altra veste: il risultato non sarebbe diverso dai regimi comunisti di oggi, nei modi in cui schiavizzano e abusano dei loro popoli. L’unica differenza sarebbe che invece di essere confinato in un solo Paese, questo Totalitarismo si estenderebbe al mondo intero, pur essendo controllato da un unico governo, cosa che renderebbe ancora più facile la corruzione e la distruzione dell’umanità. Nel processo di mantenimento del suo dominio, questo gigantesco governo utilizzerebbe progressivamente tutti i metodi malvagi usati dai regimi comunisti. Il cammino verso l’autoritarismo sarebbe anche un processo di distruzione delle culture tradizionali e dei valori morali dell’umanità, che è precisamente quello che il Comunismo mira a realizzare.

4. La globalizzazione culturale: un mezzo per corrompere l’umanità

Gli scambi culturali e i flussi di capitali si espandono in tutto il mondo; allo stesso tempo, anche le varie forme culturali deviate che il Comunismo ha stabilito in quasi cento anni — nell’arte moderna, nella letteratura, nel cinema e nella televisione, negli stili di vita, nell’utilitarismo, nel materialismo e nel consumismo — vengono trasmesse a livello globale. Durante questo processo, le tradizioni culturali dei vari gruppi etnici vengono private delle loro forme esterne e separate dal loro significato originale, dando luogo a culture mutate e devianti, che raggiungono l’obiettivo di corrompere rapidamente i valori morali delle persone, ovunque si diffondano.

Nel mondo, gli Stati Uniti sono il Paese leader a livello politico, economico e militare. Questa leadership porta con sé la cultura americana, che è prontamente accettata e adottata da altri Paesi e regioni. Dopo la Rivoluzione Industriale, con il declino della fede religiosa e l’aumento del materialismo causato dal progresso tecnologico, la gente ha naturalmente tracciato un legame diretto tra la prosperità materiale e la forza di una civiltà. Approfittando di questa tendenza, il Comunismo ha concentrato le sue risorse nel distruggere gli Stati Uniti con mezzi non violenti. Dopo aver influenzato (e corrotto) l’unità familiare, la politica, l’economia, il diritto, le arti, i media e la cultura popolare in tutti gli aspetti della vita quotidiana negli Stati Uniti, e dopo aver  distrutto i valori morali tradizionali, il Comunismo ha utilizzato la globalizzazione culturale per esportare la cultura risultante da questa corruzione. Promossa come la cultura avanzata dagli Stati Uniti, si è diffusa in tutto il mondo.

In un batter d’occhio, il movimento Occupy Wall Street di New York è apparso sugli schermi televisivi dei remoti villaggi in India. Attraverso i film di Hollywood, gli abitanti dei villaggi conservatori di confine nello Yunnan in Cina hanno potuto vedere madri single, relazioni extraconiugali e la liberazione sessuale come se fossero tutti aspetti ‘normali’ della vita. L’ideologia alla base del programma di studi Common Core, creato da esponenti del marxismo culturale, si riflette nei libri di testo delle scuole di Taiwan. L’Africa, considerata la regione più arretrata del mondo, si è rivelata la più colpita dall’epidemia di Aids. Dall’Ecuador in Sud America, alla Malesia nel Sud-Est asiatico e alle Fiji nel Pacifico, il rock-and-roll è diventato estremamente popolare.

Willi Münzenberg, attivista comunista tedesco e uno dei fondatori della Scuola di Francoforte, ha affermato: «Dobbiamo organizzare gli intellettuali e usarli per far sì che la civiltà occidentale diventi ripugnante. Solo allora, dopo che avranno corrotto tutti i suoi valori e reso impossibile viverci, potremmo imporre la dittatura del proletariato[29]».

Dal punto di vista della Sinistra, «far sì che la civiltà occidentale diventi ripugnante» è il cammino verso il Comunismo. Per il Comunismo, che ne è la forza motrice, l’obiettivo è corrompere la cultura tradizionale che Dio ha lasciato all’uomo e fare sì che l’uomo abbandoni il divino: tutto allo scopo di distruggere l’umanità.

Se si paragonano la cultura deviata dell’Occidente e la cultura partitica dei regimi totalitari comunisti alla spazzatura, allora la globalizzazione culturale è simile a una tormenta che diffonde la spazzatura su tutto il mond, travolgendo senza pietà i valori tradizionali tramandati all’umanità. Qui ci siamo concentrati sulla spiegazione dell’influenza che la cultura deviata dell’Occidente ha sul mondo. Nel prossimo capitolo analizzeremo come invece la cultura comunista si sia diffusa in tutto il globo.

a. La globalizzazione culturale distrugge le tradizioni

La cultura di ogni etnia presente del mondo ha caratteristiche uniche e porta con sé profonde influenze derivanti da eventi storici remoti. Nonostante le differenze tra le culture etniche, tutte mostrano gli stessi valori universali nelle loro tradizioni, conferiti dal Cielo. Dopo la Rivoluzione industriale, lo sviluppo tecnologico si è fatto portatore di una serie di comodità. A causa dell’influenza del progressismo, gli aspetti tradizionali sono stati considerati generalmente arretrati. Al giorno d’oggi, qualsiasi cosa viene valutata in base a quanto sia moderno, nuovo, parte del ‘progresso’ o in base al suo valore commerciale.

I cosiddetti valori comuni, formatisi dallo scambio culturale nel processo di globalizzazione, non appartengono a una particolare tradizione: sono valori moderni. Gli elementi e i principi adottati nella globalizzazione si discostano dalle tradizioni:includono solo gli elementi più grossolani del patrimonio culturale esistente, così come gli aspetti che possono essere commercializzati. Le idee relative al ‘destino comune dell’umanità’ e al ‘nostro futuro comune’ sono il risultato di tali valori deviati. Il Comunismo promuove valori che appaiono nobili, ma in realtà mirano a far sì che l’umanità abbandoni i valori tradizionali, sostituendoli con valori moderni omogenei e deviati.

Tra le cose piùbasse che si manifestano a livello globale, durante la globalizzazione culturale, vi è la cultura del consumismo. Spinti da interessi economici, i prodotti culturali vengono progettati e commercializzati incentrandosi completamente sul richiamare i bassi istinti dei consumatori. L’obiettivo è quello di controllare l’umanità  seducendo, assecondando e soddisfacendo i desideri superficiali delle persone.

Una cultura globale improntata al consumismo si rivolge ai desideri dell’umanità e viene usata per corrompere la tradizione in molteplici modi. In primo luogo, per attirare il massimo numero di consumatori, i prodotti culturali non devono poter offendere nessun gruppo etnico, dalla produzione alla distribuzione. Di conseguenza, le caratteristiche e i significati unici di una certa cultura etnica verranno rimossi da tali prodotti. In altre parole, la tradizione viene eliminata attraverso la deculturalizzazione, o la standardizzazione. Le popolazioni che hanno un più basso livello di istruzione, assieme a un minor potere di consumo, sono quelle più suscettibili a un modello di consumo semplificato, poiché il costo di fabbricazione di tali prodotti è inferiore. A causa della globalizzazione, queste popolazioni rimangono limitate a una cultura commerciale, dai costi di produzione più bassi.

In secondo luogo, la globalizzazione del settore mediatico ha portato alla creazione di monopoli. Il risultato è che gli elementi comunisti possono facilmente utilizzare le idee degenerate dei produttori, per pubblicizzare l’aspetto culturale superficiale dei prodotti e introdurre l’ideologia marxista durante la promozione: l’ibridazione delle culture attraverso la globalizzazione diventa un altro canale di promozione dell’ideologia comunista.

In terzo luogo, una cultura globale rende il consumismo la tendenza dominante della società. Gli spot pubblicitari, i film, i programmi televisivi e i social media bombardano costantemente i consumatori con l’idea di non stare vivendo in modo reale se non consumano, se non possiedono determinati prodotti o non si svagano in un certo modo. Il Comunismo usa mezzi e diversivi per spingere le persone a perseguire l’obiettivo di soddisfare i propri desideri. A causa di questo, le persone si allontanano sempre più dal piano spirituale e, prima che possano rendersene conto, si sono distaccate dalle credenze nel divino e nei valori tradizionali.

Il Comunismo diffonde rapidamente la sua ideologia degradante sullo sfondo della globalizzazione. Fa leva anche sull’effetto gregge: tramite la frequente esposizione a social media, spot pubblicitari, spettacoli televisivi, film e notizie, la gente è bombardata da varie ideologie antitradizionali e innaturali. Questo crea l’illusione che tali ideologie degenerate siano accettate a livello globale. Si diventa gradualmente insensibili ai danni che queste ideologie recano alle tradizioni. I comportamenti distorti sono considerati alla moda e la gente viene anche spinta ad andarne orgogliosa. L’abuso di sostanze, l’omosessualità, il rock-and-roll, l’arte astratta, e molto altro ancora, sono fenomeni che si sono diffusi in questo modo.

L’arte moderna è degenerata e viola tutte le definizioni tradizionali di estetica. Alcune persone sono state in grado di comprendere questo aspetto fin da subito. Quello che succede è che le opere d’arte moderne vengono costantemente esposte nelle città più importanti e vendute a prezzi elevati e i mezzi di comunicazione pubblicano spesso pezzi su queste strane e tetre opere. Il risultato è che buona parte della gente inizia credere di non essere in grado di comprendere le mode e che il proprio gusto artistico debba essere aggiornato. Le persone cominciano a negare il senso della bellezza e a favorire forme di espressione degenerate.

Il Comunismo è in grado di utilizzare l’effetto gregge a causa del fatto che molte persone non hanno una forte volontà. Una volta che l’umanità si discosta dalle tradizioni impartite dal Cielo, tutto diventa relativo e può cambiare nel tempo. La situazione è quindi adatta ad essere sfruttata.

b. I Paesi occidentali sviluppati esportano una cultura contraria alla tradizione

I Paesi occidentali sviluppati svolgono un ruolo decisivo nelle questioni economiche e militari a livello globale. Di conseguenza, la cultura occidentale ha potuto diffondersi rapidamente nei Paesi in via di sviluppo, in quanto è stata considerata la corrente principale della civiltà moderna e la direzione da seguire per lo sviluppo futuro. Sfruttando questa tendenza, è stato possibile diffondere in tutto il mondo la cultura moderna deviata presente negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali. La conseguenza è un danno enorme alle tradizioni di altri gruppi etnici. La musica rock and roll, le droghe e la liberazione sessuale sono state mascherate e proposte come parte della cultura occidentale e si sono rapidamente diffuse. Come sottolineato in questo libro, lo spettro comunista è alla base dello sviluppo di queste culture degenerate, che non hanno nulla a che fare con i valori tradizionali, derivanti dalla fede spirituale.

Attualmente, nel mondo si stanno diffondendo ogni sorta di culture degenerate, che vengono fatte passare come parte della cultura occidentale. Hollywood, in particolare, è diventato uno dei principali corrieri in grado di diffondere le varie ideologie che derivano dal marxismo culturale. Le caratteristiche speciali dell’industria cinematografica permettono di far accettare inconsciamente, agli spettatori, i valori proposti nei film.

Inoltre, a causa della loro forza economica, i Paesi occidentali attirano un gran numero di studenti stranieri. In questo libro abbiamo discusso di come il marxismo culturale abbia preso il controllo dell’educazione occidentale, il che espone allo stesso tempo gli studenti stranieri a varie ideologie di Sinistra. Una volta rientrati nei loro Paesi, gli studenti diffonderanno queste ideologie. Nei loro Paesi, queste ideologie degenerate sono considerate attraenti, a causa del fatto che i Paesi occidentali sono tecnologicamente più avanzati ed economicamente più sviluppati. Così, queste ideologie incontrano scarsa resistenza mentre si diffondono e distruggono le culture tradizionali locali.

Ad esempio, il primo Paese asiatico ad aver riconosciuto il matrimonio omosessuale ha delle tradizioni molto profonde. La globalizzazione è la causa di questo cambiamento: dopo aver studiato in Occidente, un gran numero di studenti ha accettato il matrimonio omosessuale, facendo poi pressione per un cambiamento nel proprio Paese. Per la maggior parte, i politici progressisti che incoraggiano la legalizzazione del matrimonio omosessuale hanno sviluppato la loro visione progressista durante i loro studi all’estero.

c. Le multinazionali diffondono una cultura degenerata

Durante la globalizzazione, il rispetto reciproco e la tolleranza nei confronti di diverse culture nazionali sono diventati un fenomeno di massa. Il Comunismo ne ha approfittato per ampliare arbitrariamente il concetto di tolleranza, rendendo di fatto la neutralità dei valori un ‘consenso globale’ sostenendo così delle ideologie degenerate. In particolare, l’omosessualità e la liberazione sessuale si sono sviluppate rapidamente attraverso la globalizzazione, corrodendo seriamente i valori morali della società tradizionale.

Nel 2016, una multinazionale di negozi al dettaglio  ha annunciato che gli spogliatoi e i bagni dei negozi sarebbero stati «friendly to transgender people» [Attenti ai bisogni delle persone transgender, NdT]. Nel pratico, significa che qualsiasi uomo sarebbe potuto entrare nei bagni o negli spogliatoi delle donne a suo piacimento se avesse sostenuto di sentirsi una donna. L’American Family Association ha invitato i consumatori a boicottare l’azienda, a causa dei danni che la politica della multinazionale avrebbe potuto causare a donne e bambini[30]. Per esempio, nel 2018 un uomo è entrato nel bagno delle donne in uno dei negozi e si è denudato davanti a una ragazzina[31].

Da una parte, i consumatori che si rifanno a valori tradizionali si schierano mettendo in atto una resistenza; dall’altra, i giornalisti hanno scoperto che sono centinaia le multinazionali che hanno ottenuto punteggio pieno nell’Indice di uguaglianza aziendale (che misura i comportamenti aziendali nei confronti della comunità LGBT). I giornalisti hanno scoperto che i prodotti e servizi di queste aziende racchiudono tutti gli aspetti della vita quotidiana, cosa che rende irrealistico un qualsiasi tipo di boicottaggio. Le multinazionali in questione rappresentano quasi tutte le principali compagnie aeree, case automobilistiche, catene di fast-food, caffetterie, tutti i principali grandi magazzini, banche, aziende di produzione cinematografica, aziende di telefonia mobile e computer e così via[32]. Questi valori sono diventati onnipresenti e mainstream mediante la globalizzazione e passando per la cultura aziendale di ciascuna multinazionale.

d. L’ONU diffonde valori distorti

Nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che l’omosessualità non doveva più essere considerata una malattia mentale, con la conseguenza di spronare fortemente il movimento omosessuale in tutto il mondo. Con la globalizzazione, l’AIDS si è diffuso in tutto il mondo. Il gruppo più a rischio di contrarre l’AIDS sono gli omosessuali, che a tutt’oggi continuano a essere oggetto di interesse e di discussioni in ambito pubblico; e l’espansione del movimento omosessuale è stata promossa dal Comunismo.Quando gli operatori sanitari incoraggiano i malati di AIDS omosessuali a non vergognarsi e a cercare cure mediche, di fatto promuovono, allo stesso tempo, il riconoscimento morale della condotta omosessuale. In Africa, Asia e America Latina, i finanziamenti della comunità internazionale per combattere l’AIDS hanno avuto l’effetto di promuovere il movimento omosessuale[33].

Il Sudafrica è stato il primo Paese a presentare una nuova convenzione al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che richiedeva di utilizzare il riconoscimento dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere come indicatori del livello dei diritti umani in un Paese. La convenzione è stata poi adottata ed è divenuta la prima risoluzione delle Nazioni Unite che riguardasse direttamente l’orientamento sessuale e l’identità di genere[34]. La realtà è che quel documento normalizza quelle che un tempo erano considerate mentalità degenerate, attribuendo loro la stessa importanza dei diritti umani naturali.

L’articolo 13 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia afferma: «Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo[35]».

Alcuni  ricercatori si sono chiesti: se i genitori non permettono ai loro figli di indossare magliette con simboli satanici, si tratta di una violazione dei diritti dei bambini? I bambini hanno il diritto di scegliere il modo in cui desiderano parlare con i loro genitori?[36] I bambini possono non essere in grado di valutare le cose. Quando commettono atti violenti o infrangono norme etiche, i genitori possono disciplinare i loro figli? Queste preoccupazioni non sono ingiustificate. Nel 2018 la Provincia dell’Ontario, in Canada, ha approvato una legge per la quale i genitori non dovrebbero contraddire il desiderio del bambino di esprimere il proprio genere (in altre parole, per la legge i bambini possono scegliere da soli il loro genere, quindi i maschi possono dire di essere femmine e viceversa). I genitori che non accettano l’identità di genere scelta dai loro figli possono essere ritenuti colpevoli di maltrattamenti sui minori: lo Stato può quindi togliere ai genitori la custodia dei loro figli[37].

Il Comunismo usa quindi la globalizzazione per alterare e distruggere la cultura tradizionale e i valori morali in modo totale. Ciò include servirsi dei Paesi sviluppati, delle imprese multinazionali e delle istituzioni internazionali. Le persone sono immerse nelle comodità superficiali presenti nel villaggio globale, ma non sono consapevoli del fatto che i loro modelli di pensiero e le loro coscienze stanno rapidamente cambiando. In pochi decenni, queste ideologie, completamente nuove, hanno inghiottito molte parti del mondo, come se provenissero da uno tsunami. Ovunque queste ideologie fanno breccia, la cultura cambia, le civiltà svaniscono: anche i Paesi più antichi e più chiusi non hanno modo di sfuggirne.

La cultura tradizionale è la radice dell’esistenza umana, un’importante garanzia per gli esseri umani di mantenere degli standard morali. È la chiave che gli esseri umani possono usare per essere salvati dal Creatore. Nel processo della globalizzazione, questi elementi sono stati modificati o addirittura distrutti dalle predisposizioni dello spettro comunista. La civiltà umana affronta una crisi senza precedenti.

Conclusione

Da millenni, nazioni e Paesi diversi tra loro sono coesistiti. Sebbene si trovino in regioni differenti, abbiano forme sociali e sistemi politici differenti, usino lingue differenti, presentino qualità culturali e psicologiche differenti, tutti condividono valori universali comuni. Questi valori universali sono il nucleo della cultura tradizionale di ogni gruppo etnico.

In un breve periodo, poco più di cento anni dopo l’emergere del Comunismo sulla scena mondiale, l’umanità si è trovata ad essere in grave pericolo, poiché le culture tradizionali sono state indebolite, danneggiate e distrutte su larga scala.

Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, i comunisti hanno preso il potere in Russia e in Cina, le grandi potenze dell’Est, uccidendo le élite culturali tradizionali di quei Paesi e distruggendo la cultura tradizionale con la violenza. Dopo la Seconda guerra mondiale, i Paesi comunisti si sono infiltrati nelle Nazioni Unite e in altre organizzazioni internazionali per controllarle, abusando inoltre delle procedure democratiche per far sì che la maggioranza potesse conquistare la minoranza; hanno inoltre impiegato il loro  denaro allo scopo di persuadere i Paesi più piccoli, nel tentativo di usare l’ONU per spingere il mondo intero verso la corruzione.

In tutto il mondo, specialmente dopo la fine della Guerra Fredda, il Comunismo ha usato gli scambi e la cooperazione politica, economica e culturale a livello internazionale per espandere e controllare la globalizzazione, promuovendo i valori degenerati in tutto il mondo. I valori e le tradizioni universali sono stati distrutti e vengono distrutti sistematicamente. Al giorno d’oggi lo spettro del Comunismo domina il mondo intero.

I gruppi politici ed economici transnazionali di oggi hanno enormi risorse e la loro influenza è arrivata a essere presente in ogni aspetto della società umana. Da importanti questioni come l’ambiente, l’economia, il commercio, gli affari militari, la diplomazia, la scienza e la tecnologia, l’istruzione, l’energia, la guerra e l’immigrazione, fino alle questioni più piccole come il divertimento, la moda e lo stile di vita, tutti questi campi sono sempre più manipolati dai globalisti. Una volta formato un governo globale, diventerà facile trasformare o distruggere tutta l’umanità con un solo comando.

Usando la globalizzazione, assieme ad altri mezzi, lo spettro comunista ha rovinato la società umana in poche centinaia di anni: sia l’Oriente che l’Occidente rischiano di essere distrutti. Solo ritornando alla tradizione, gli esseri umani potranno reintrodurre i valori universali e le culture tradizionali nelle proprie nazioni sovrane e durante gli scambi internazionali. Tutto questo permetterà all’umanità, sotto la protezione e la grazia di Dio, di allontanare lo spettro comunista e di andare verso un futuro luminoso.

Capitolo 16 (Parte II)Capitolo 18 (Parte I)

Note bibliografiche

[1] Karl Marx, Manifesto del Partito Comunistahttps://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1848/manifesto/mpc-4c.htm.

[2] Karl Marx d Friedrich Engels, L’ideologia tedesca, Vol. I, 1845, https://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1846/ideologia/capitolo_II.html.

[3] V. I. Lenin, “The Third, Communist International”, Lenin’s Collected Works, 4th English Edition, Volume 29 (Moscow: Progress Publishers, 1972), 240–241, https://www.marxists.org/archive/lenin/works/1919/mar/x04.htm.

[4] G. Edward Griffin, Fearful Master: A Second Look at the United Nations (Appleton, Wis.: Western Islands, 1964), Chapter 7.

[5] Ibid.

[6] James Bovard, “The World Bank vs. the World’s Poor”, Cato Institute Policy Analysis No. 92, 28 settembre 1987, https://object.cato.org/sites/cato.org/files/pubs/pdf/pa092.pdf.

[7] The World Bank, “Poverty: Overview”,  https://www.worldbank.org/en/topic/poverty/overview.

[8] Dani Rodrik, The Globalization Paradox: Why Global Markets, States, and Democracy Can’t Coexist (Oxford: Oxford University Press, 2011), 19.

[9] Sarah A. Webster, “Inside America’s Bold Plan to Revive Manufacturing: It’s All About the Technology”, 14 maggio 2015, https://www.sme.org/american-manufacturing-and-nnmi/.

[10] U.S. Bureau of Labor Statistics, “A Profile of the Working Poor, 2016”, luglio 2018, https://www.bls.gov/opub/reports/working-poor/2016/home.htm.

[11] Alex Kingsbury, “Declassified Documents Reveal KGB Spies in the U.S.: Alger Hiss, Elizabeth Bentley, and Bernard Redmont Are the Subjects of Scrutiny”, U.S. News, 17 luglio 2009, https://www.usnews.com/news/articles/2009/07/17/declassified-documents-reveal-kgb-spies-in-the-us.

[12] William F. Jasper, Global Tyranny… Step by Step: The United Nations and the Emerging New World Order (Appleton, Wis.: Western Islands Publishers, 1992), 69.

[13] Ibid., 69–70.

[14] “FBI Chief Finds Red Spies ‘Potent Danger’”, Los Angeles Times, 4 maggio 1963, citato da G. Edward Griffin, in The Fearful Master: A Second Look at the United Nations, capitolo 7.

[15] Jasper, Global Tyranny, 75.

[16] Colum Lynch, “China Enlists U.N. to Promote Its Belt and Road Project”, Foreign Policy, 10 maggio 2018, https://foreignpolicy.com/2018/05/10/china-enlists-u-n-to-promote-its-belt-and-road-project/.

[17] Cfr. Robert W. Lee, The United Nations Conspiracy (Appleton, Wis.: Western Islands, 1981); William F. Jasper, The United Nations Exposed: The International Conspiracy to Rule the World (Appleton, Wis.: The John Birch Society, 2001); Dore Gold, Tower of Babble: How the United Nations Has Fueled Global Chaos (New York, Crown Forum, 2004); Joseph A. Klein, Global Deception: The UN’s Stealth Assault on America’s Freedom (Los Angeles: World Ahead, 2005); Eric Shawn, The U.N. Exposed: How the United Nations Sabotages America’s Security and Fails the World (New York: Penguin Books, 2006); Daniel Greenfield, 10 Reasons to Abolish the UN (David Horowitz Freedom Center, 2011).

[18] Dore Gold, Tower of Babble: How the United Nations Has Fueled Global Chaos (New York, Crown Forum, 2004), 3.

[19] Gold, Tower of Babble, 1–24.

[20] Citazione di Robert Chandler, Shadow World: Resurgent Russia, The Global New Left, and Radical Islam (Washington, D.C.: Regnery Publishing, 2008), 403–4.

[21] Griffin, Fearful Master, capitolo 11.

[22] Citazione di Jasper, Global Tyranny, 90.

[23] Humanist Manifesto II, American Humanist Association, https://americanhumanist.org/what-is-humanism/manifesto2/.

[24] Hilary F. French, After the Earth Summit: The Future of Environmental Governance, Worldwatch Paper 107, Worldwatch Institute, 6 marzo 1992, 6, http://infohouse.p2ric.org/ref/30/29285.pdf.

[25] Jasper, Global Tyranny…Step by Step, 71.

[26] Citazione di Chandler, Shadow World, 401.

[27] Chandler, Shadow World,, 401–3.

[28] W. Cleon Skousen, The Naked Communist (Salt Lake City: Izzard Ink Publishing, 1958, 2014), capitolo 12.

[29] Bernard Connolly, The Rotten Heart of Europe: Dirty War for Europe’s Money (London: Faber & Faber, 1997), Kindle edition, 113–118.

[30] “Sign the Boycott Target Pledge!” American Family Association, https://www.afa.net/target.

[31] Hayley Peterson, “Outraged Shoppers Threaten to Boycott Target after a Man Exposes Himself to a Young Girl in a Store’s Bathroom”, Business Insider, 6 aprile 2018, https://www.businessinsider.com/target-faces-boycott-threat-after-man-exposes-himself-in-womens-bathroom-2018-4.

[32] Samantha Allen, “All the Things You Can No Longer Buy if You’re Really Boycotting Trans-Friendly Businesses”, The Daily Beast, 26 aprile 2016, https://www.thedailybeast.com/all-the-things-you-can-no-longer-buy-if-youre-really-boycotting-trans-friendly-businesses.

[33] Graeme Reid, “A Globalized LGBT Rights Fight”, Human Rights Watch, 2 novembre 2011, https://www.hrw.org/news/2011/11/02/globalized-lgbt-rights-fight.

[34] Ibid.

[35] United Nations, Office of the High Commissioner, Convention on the Rights of the Child, https://www.ohchr.org/en/professionalinterest/pages/crc.aspx (controllato il 25 gennaio 2019).

[36] Jasper, Global Tyranny…Step by Step, 148.

[37] Grace Carr, “Ontario Makes Disapproval of Kid’s Gender Choice Potential Child Abuse”, The Daily Caller, 5 giugno 2017, https://dailycaller.com/2017/06/05/ontario-makes-disapproval-of-kids-gender-choice-child-abuse/.

中文正體