Capitolo 7 (Parte I): La distruzione della famiglia

Indice dei contenuti

Introduzione

1. La famiglia tradizionale come è stata stabilita da Dio

2. Come il Comunismo mira ad annientare l’istituzione della Famiglia

3. Come il Comunismo promuove la promiscuità

4. La comunanza della moglie sotto il Comunismo
a. La condivisione delle mogli in Unione Sovietica
b. La Liberazione sessuale in Cina

Note bibliografiche

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Introduzione

A partire dagli anni ’60 una varietà di movimenti contro la tradizione hanno iniziato ad acquisire sempre maggiore importanza in Occidente, tra cui il femminismo moderno, la liberazione sessuale e i diritti degli omosessuali, hanno iniziato ad acquisire importanza sempre maggiore in Occidente; la famiglia è stata l’istituzione maggiormente colpita.

Negli Stati Uniti la legge di riforma del Diritto di Famiglia del 1969 sancì il via libera al divorzio non consensuale e ben presto altri Paesi introdussero leggi simili.

Negli Stati Uniti, la proporzione divorzio/matrimonio è più che raddoppiata dagli anni ’60 agli anni ’80. Negli anni ’50, circa l’11 per cento dei bambini nati da genitori sposati avrebbe visto i propri genitori divorziare. Nel 1970 la proporzione salì al 50 per cento[1]. Secondo i Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), nel 2016 oltre il 40 per cento dei bambini sono nati al di fuori dal matrimonio. Nel 1956, questa cifra era inferiore al 5 per cento[2].

In passato, sia in Oriente che in Occidente, la castità nei rapporti tra uomini e donne era vista come una virtù, mentre oggi viene considerato come qualcosa di strano se non addirittura ridicolo.

Il movimento a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, assieme al movimento femminista, spinge per ridefinire sul piano legale la famiglia e il matrimonio. Nel 2006 un professore di diritto (attualmente membro della Commissione federale per le pari opportunità nel luogo di lavoro degli Stati Uniti) pubblicò un articolo dal titolo Oltre il matrimonio tra persone dello stesso sesso: una nuova visione strategica per tutti i tipi di famiglie e relazioni. La tesi dell’articolo è che le persone possono formare qualsiasi tipo di famiglia secondo i loro desideri — compresi matrimoni poligami, famiglie miste omosessuali, e così via. Il professore sosteneva che il matrimonio tradizionale e la famiglia non dovrebbero avere maggiori diritti legali rispetto a qualsiasi altra forma di “famiglia”[3].

Nelle scuole pubbliche, il sesso prematrimoniale e l’omosessualità, considerati vergognosi per migliaia di anni nella società tradizionale, non solo sono stati instillati come normali ma in alcune scuole sono persino incoraggiati, tacitamente o esplicitamente.

Seguendo questa visione, l’orientamento sessuale di un bambino dovrebbe svilupparsi liberamente ed essere scelto personalmente; l’ovvio risultato è un aumento dell’omosessualità, della bisessualità, del cosiddetto transgenderismo e altre deviazioni del comportamento sessuale. Nel 2012 il Distretto Scolastico dello Stato del Rhode Island annunciò il divieto nelle scuole pubbliche di organizzare il classico ballo tra padri e figlie, e partite di baseball tra madri e figli. L’argomento dietro questa decisione era  che le scuole pubbliche non hanno il diritto di inculcare nei bambini concetti secondo cui alle femmine piace ballare e ai maschi piace il baseball[4].

La tendenza verso una graduale distruzione della famiglia tradizionale è ormai evidente; l’eliminazione della famiglia, un obiettivo dell’ideologia comunista, diventerà una realtà prima del secolare obiettivo di eliminare ogni differenza di classe.

Nelle società occidentali molti aspetti relativi alla distruzione della famiglia sono d’altronde evidenti e tra questi non figurano solo l’impatto del femminismo, della liberazione sessuale e del movimento omosessuale, ma anche il contesto sociale più ampio creato dalla sinistra e del progressismo, all’insegna di “libertà” e ”equità”, “diritti” e “liberazione”. Queste idee, inoltre, sono rafforzate esplicitamente e implicitamente da leggi, interpretazioni giuridiche e politiche economiche sostenute da ideologi influenzati dai perversi disvalori presenti nella malvagia ideologia comunista. Tutto ciò ha l’effetto di indurre le persone ad abbandonare e/o trasformare nella propria mente il concetto di matrimonio e di famiglia tradizionale.

Queste ideologie nascono all’inizio del XIX secolo e sono profondamente intrise di elementi comunisti. Lo Spettro del comunismo, d’altra parte, eccelle nel suo incessante trasformismo e nell’abilità di ingannare chiunque creda nei suoi apparentemente “giusti” (in realtà, falsi e malvagi) ideali.

Una strategia che ha costantemente creato confusione nella mente delle persone, portandole a non comprendere esattamente cosa stiano sostenendo, quando appoggiano determinate politiche o ideologie. Il risultato è che gli esseri umani, in tutto il mondo, si ritrovano immersi in una visione del mondo i cui parametri sono dettati, in un modo o nell’altro, dall’ideologia comunista.

La tragica situazione in cui versa attualmente l’intera Umanità (a partire dal degrado della famiglia tradizionale e dalla confusione sulla vera natura di questa tendenza) è il risultato di una pianificazione meticolosa e di una graduale attuazione, negli ultimi duecento anni,  della strategia dello Spettro del comunismo.

La conseguenza non è solo che la famiglia come unità fondamentale della stabilità sociale venga distrutta, ma anche che la moralità tradizionale di origine divina subisca un processo di annientamento. Viene cioè a mancare il ruolo della famiglia: sostegno per la successiva generazione per mezzo della trasmissione degli autentici valori tradizionali. Questa mancanza comporta, quindi, che le giovani generazioni – privi di basi morali ancorate ad idee e credenze rette – diventino facili prede dell’allettante ideologia liberal/di sinistra creata dallo Spettro, all’apparenza “più giusta” e “migliore”.

1. La famiglia tradizionale come è stata stabilita da Dio

Nella tradizione sia orientale che occidentale, il matrimonio è un’istituzione umana creata dalle divinità; tutti i matrimoni sono decisi nei Cieli. Una volta formato, il vincolo matrimoniale non deve quindi essere infranto.

Sia gli uomini che le donne sono stati creati da Dio a propria immagine e somiglianza e sono uguali davanti a quest’Ultimo. Allo stesso tempo, Dio ha anche creato gli uomini e le donne fisicamente diversi, stabilendo, per gli uni e per le altre, ruoli diversi: nella tradizione occidentale, le donne sono “l’osso delle ossa” e la “carne della carne” degli uomini[5]; ogni uomo deve quindi amare la propria moglie come se fosse parte del suo stesso corpo e, se necessario, sacrificare sé stesso pur di proteggerla.

A sua volta, ogni donna ha il dovere di cooperare con il marito e aiutarlo, rendendo la coppia una cosa sola.  Gli uomini hanno la responsabilità di lavorare duramente e di guadagnare da vivere per sostenere la famiglia, mentre le donne soffrono durante il parto. Tutto questo deriva dai diversi peccati originali che le persone portano in sé. Allo stesso modo, nella cultura tradizionale orientale, gli uomini sono associati allo Yang all’interno del simbolo dello Yin e dello Yang.

Lo Yang è collegato con il Sole e il cielo, il che implica sia la necessità di lavorare costantemente per progredire, che di assumersi la responsabilità di prendersi cura della famiglia nei momenti difficili.

Le donne appartengono invece al principio Yin, simbolicamente collegato alla terra, il che significa sostenere e arricchire tutto quello che fanno tramite una grande virtù: dovrebbero essere accomodanti e rispettose degli altri, adempiendo il dovere di sostenere il marito e di educare i figli.

Solo quando uomini e donne lavorano bene nei rispettivi ruoli, lo Yin e lo Yang possono essere armonizzati, col risultato di far crescere i bambini in modo sano.

Le famiglie tradizionali svolgono il ruolo cruciale di trasmettere credenze e principi morali, mantenendo la stabilità della società. La famiglia è la culla della fede ed il legame per la trasmissione dei valori; i genitori sono i primi insegnanti nella vita dei bambini. Se i bambini possono imparare virtù morali tradizionali — ad esempio l’altruismo, l’umiltà, la gratitudine, la perseveranza — dalle parole e dalle azioni dei genitori, ne trarranno beneficio per tutta la vita.

La vita matrimoniale tradizionale aiuta poi uomini e donne a crescere, insieme e individualmente, nella propria moralità: richiede a mariti e mogli di trattare le loro emozioni e desideri con un nuovo atteggiamento e di essere premurosi e tolleranti l’uno dell’altra.

Tutto questo è fondamentalmente diverso dall’idea del mero “convivere assieme”. Le emozioni umane sono, infatti, volubili: se la coppia sta insieme solo perché vanno “d’amore e d’accordo” la conseguenza è che il tutto si dissolverà quando “non si vorranno più bene”: questo tipo di rapporto non è molto diverso da un’amicizia senza vincoli di tipo matrimoniale.

Non è affatto un caso, quindi, che Marx confidasse nella più ampia diffusione dei «rapporti sessuali incontrollati[6]» vedendoli come il più efficace strumento di disgregazione dell’istituzione matrimoniale tradizionale, così da conseguire l’obiettivo finale della totale eliminazione dell’istituzione della Famiglia.

2. Come il Comunismo mira ad annientare l’istituzione della Famiglia

Il Comunismo ritiene che la famiglia sia una forma di proprietà privata. Nell’ottica di eliminazione della proprietà privata, ne consegue che anche la famiglia debba essere tolta di mezzo. Gli autentici principi dell’ideologia comunista considerano i fattori economici come l’elemento principale al fine di determinare quali tipi di relazioni familiari si formino.

Il sistema di pensiero contemporaneo del Freudo-Marxismo considera il desiderio sessuale come la chiave di interpretazione di tutto quello che riguarda la famiglia. Caratteristiche comuni fra queste due ideologie sono il rifiuto della morale umana da unire a un culto che glorifica il materialismo, i desideri e gli interessi pratici. L’applicazione di queste contorte ideologie distrugge la famiglia e corrompe il modo di pensare, trasformando gli esseri umani in bestie.

La fantasiosa illusione al centro del Comunismo, è il principio della “liberazione dell’Umanità”, che si manifesterebbe non solo come una presunta liberazione in senso economico, ma anche come liberazione dell’Umanità stessa.

Il contrario della liberazione, naturalmente, è l’oppressione. Da dove proverrebbe, allora, l’oppressione a cui resistere e da cui “liberarsi”? La risposta del Comunismo è che l’oppressione è originata dalle nozioni stesse presenti nella popolazione, imposte dalla morale sociale tradizionale: il patriarcato, nella tradizionale struttura familiare, opprime le donne; la morale sessuale tradizionale opprime la natura umana, e così via.

I movimenti femministi e quelli per i diritti degli omosessuali hanno ereditato, per poi ampliare, questa teoria di liberazione di ispirazione comunista. Tale teoria porta con sé un’abbondanza di concetti che si oppongono al matrimonio tradizionale e alla famiglia, promuovendo invece liberazione sessuale, omosessualità e via così.

Ognuna di queste idee è diventata uno strumento che lo Spettro del Comunismo utilizza per prima danneggiare e poi distruggere la famiglia. Per questo il Comunismo dichiara apertamente di opporsi e di voler rovesciare tutti i valori morali tradizionali. Un proposito che è chiaramente espresso nel Manifesto del partito comunista.

3. Come il Comunismo promuove la promiscuità 

Il malvagio Spettro del Comunismo si pone contro la famiglia tradizionale e la vuole distruggere.  All’inizio del XIX secolo, Robert Owen, rappresentante del Socialismo utopico, gettò i semi dell’ideologia del Male: pioniere dell’ideologia comunista, nel 1824 Owen fondò negli Stati Uniti una comunità utopica chiamata “New Harmony”, che chiuse i battenti due anni dopo. Il giorno in cui la comunità fu fondata, dichiarò:

«Davanti a voi e al mondo, vi dico che l’Uomo, finora, è stato in ogni parte della Terra schiavo di una Trinità malvagia: la peggiore mostruosità possibile, creata per infliggere il male mentale e fisico a tutta la sua razza. Mi riferisco alla proprietà privata o individuale, ai sistemi religiosi assurdi e irrazionali, e al matrimonio, fondato sulla proprietà individuale combinata con alcuni di questi sistemi religiosi e insensati[7]».

Dopo la morte di Owen, il francese Charles Fourier fu un altro influente comunista utopico: il suo pensiero ebbe un peso notevole su Marx e sui marxisti; dopo la sua morte, i suoi discepoli utilizzarono la sua ideologia durante la Rivoluzione del 1848 e nella Comune di Parigi, per poi diffonderli negli Stati Uniti. Fourier fu la prima persona a coniare il termine “femminista” (féminisme, in francese).

Nella sua società comunista ideale (chiamata “La Falange”), la famiglia tradizionale viene disprezzata, mentre baccanali e orge di vario genere vengono elogiate in quanto portano a “liberare” le passioni interiori umane.

Per Fourier, una società giusta dovrebbe prendersi cura di chi viene sessualmente “respinto” (come gli anziani o chiunque sia considerato “non avvenente”), per garantire ad ognuno il “diritto” alla propria gratificazione sessuale. Non solo: Fourier credeva che qualsiasi forma che possa portare alla gratificazione sessuale, compresi il sadomasochismo, l’incesto e la bestialità, dovrebbe essere permessa, fintanto che vi sia consenso reciproco. Fourier, quindi, può essere considerato il pioniere della Teoria Queer, un ramo del movimento omosessuale contemporaneo.

A causa dell’influenza di Owen e soprattutto di Fourier, decine di comunità comuniste utopiche vennero formate negli Stati Uniti nel XIX secolo; la maggior parte ebbero vita breve e fallirono. La comunità che durò più a lungo (32 anni) fu Oneida, fondata sulla base della teoria di Fourier: in questa comunità si disprezzava il matrimonio monogamo tradizionale, a favore della poligamia e del sesso di gruppo. I membri avevano persino diritto a una quota sessuale “equa”: ogni settimana potevano fare sesso con chiunque, a loro scelta.

Il fondatore, John Humphrey Noyes, a un certo punto fuggì per paura di una denuncia da parte della Chiesa e la comunità fu costretta ad abbandonare la “condivisione delle mogli”. In seguito Noyes si riciclò come scrittore, partorendo il concetto di “Comunismo biblico”.

Il Comunismo porta con sé il gene della promiscuità: è una conseguenza inevitabile del suo sviluppo teorico. Fin dall’inizio, lo Spettro del Comunismo ha sedotto le persone, portandole ad abbandonare gli insegnamenti divini e a negare sia il divino che il peccato originale.

Secondo la logica comunista, i problemi sociali, che originano dalla degenerazione della morale umana, sarebbero da imputare in blocco alla proprietà privata. Il dogma comunista, infatti, porta le persone che riesce ad ingannare a credere che se la proprietà privata venisse eliminata, nessuno lotterebbe per essa. Ovviamente, anche se tutti i beni materiali venissero condivisi, le persone potrebbero vivere dei conflitti, ad esempio, con il proprio coniuge; per cui, i socialisti utopici, per risolvere problemi inerenti la natura umana in sé, usano apertamente un sistema di condivisione delle mogli.

Questi “paradisi” comunisti, che sfidano apertamente la famiglia tradizionale oppure si presentano come sostenitori della condivisione delle mogli, hanno naturalmente incontrato non pochi problemi. Storicamente le comunità locali, le chiese e i governi li hanno considerato come una minaccia alla morale e all’etica tradizionali, per cui l’opposizione è stata forte. La scandalosa condivisione del benessere e delle mogli da parte dei comunisti utopici erano fatti ben noti a livello locale.

Il fallimento delle comunità utopiche fu così di lezione a Marx ed Engels: non era ancora il momento di affermare apertamente la promiscuità e la condivisione delle mogli. Sebbene l’obiettivo di eliminare la famiglia, come si evince dal Manifesto del partito comunista, non fosse cambiato, i due ideologi adottarono un approccio più strisciante nel presentare le proprie teorie di annientamento della famiglia.

Dopo la morte di Marx, Engels completò il libro L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, con lo scopo di presentare la struttura teorica di Marx sulla famiglia.  Engels espande ulteriormente la visione marxiana del matrimonio, secondo cui l’emergere della monogamia «si basa sulla supremazia dell’uomo, con lo scopo esplicito di produrre figli di indiscussa paternità; tale paternità è richiesta perché i figli faranno poi parte della proprietà paterna come suoi eredi naturali. Si distingue dal matrimonio di coppia per la forza molto maggiore del vincolo matrimoniale, che non può più essere sciolto per volontà di nessuno dei due[8]».

Engels sosteneva quindi che la monogamia fosse fondata sulla proprietà privata e che, una volta condivisa tutte le proprietà, vi sarebbe stato un nuovo modello di matrimonio, basato esclusivamente su quello che chiamava “amore”. Un auspicio che, benché suoni in apparenza alquanto nobile, non lo è.

Le giustificazioni di Marx ed Engels appaiono deboli alla luce dei risultati pratici che la teoria comunista ha prodotto. I sentimenti sono inaffidabili: una persona che “ama” qualcuno oggi e qualcun altro domani non incoraggia forse la promiscuità? Le conseguenze della promiscuità nell’ex Unione Sovietica e nel regime comunista cinese (come verrà approfondito nel paragrafo seguente) sono la logica conseguenza della messa in pratica di questa parte della dottrina marxista.

Il rapporto tra marito e moglie non è sempre liscio come l’olio: Il voto “finché morti non vi separi” pronunciato durante un matrimonio tradizionale, è un voto rivolto a Dio e rappresenta l’idea che entrambe le persone siano disposte ad affrontare e superare ogni difficoltà insieme. Ciò che mantiene un matrimonio unito non è la mera emozione né i sentimenti, ma anche e soprattutto un senso di responsabilità: curarsi dell’altra metà, dei figli e della famiglia nel suo insieme, nel tempo trasforma marito e moglie in persone mature, realmente altruiste e dotate di un profondo senso di responsabilità morale.

Nel trattato L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato Engels e Marx affermano che in una società comunista la proprietà privata debba diventare pubblica, che i lavori domestici debbano essere a carico di professionisti e che non ci sarà bisogno di occuparsi dei bambini poiché sarà una responsabilità dello Stato prendersi cura di loro e di educarli. «Si rimuove l’ansia sulle ‘conseguenze’, che oggi sono il fattore sociale, morale ed economico più essenziale che impedisce a una ragazza di donarsi completamente all’uomo che ama. Non basterà questo per far crescere gradualmente rapporti sessuali liberi e con essi un’opinione pubblica più tollerante nei confronti dell’onore della fanciulla e della vergogna della donna?[9]»

Quello che Marx ed Engels promossero, hanno usato nobili parole come “libertà”, “liberazione”, “amore” per nascondere il loro vero obiettivo: l’abbandono totale della responsabilità morale personale, spingendo l’individuo ad agire esclusivamente in base ai propri desideri e al proprio egoismo.

Durante l’epoca di Marx e Fourier, però, le “masse” non avevano abbandonato del tutto gli insegnamenti divini e la promozione della promiscuità da parte del Comunismo era vista con diffidenza. Neanche Marx stesso avrebbe potuto immaginare come, a partire dal XX secolo, la sua ideologia sarebbe stata razionalizzata a tal punto da portare l’individuo e la società nel suo insieme ad abbracciare con entusiasmo l’attuale caos sessuale, raggiungendo l’obiettivo di distruggere l’istituzione della famiglia.

4. La comunanza della moglie sotto il Comunismo

Il caos sessuale fin qui descritto è parte innata del Comunismo: si ritiene che Marx abbia stuprato le proprie domestiche e che i bimbi nati in seguito siano stati cresciuti da Engels, che a sua volta “conviveva” con due sorelle. Lenin portò avanti una relazione extraconiugale con una donna di nome Inesa per dieci anni, per poi commettere “adulterio” anche nei suoi confronti con una donna francese e, a causa dei suoi abituali contatti con le prostitute, contrasse la sifilide. Quanto a Stalin, era altrettanto lascivo ed è noto che approfittasse delle mogli altrui.

Dopo che i sovietici presero il potere, istituirono la pratica della “comunanza delle mogli”. L’Unione Sovietica di cento anni fa può essere vista come il precursore del movimento di liberazione sessuale avvenuto in Occidente negli anni ‘60 – ‘70.
Nella decima edizione della rivista russa Rodina, pubblicata nel 1990, è descritto il fenomeno della condivisione delle mogli all’inizio del regime comunista sovietico; si espone anche la vita privata di alcuni leader sovietici (Trotsky, Bukharin, Antonov, Kollontai), sostenendo che le loro relazioni sessuali erano ad un livello di casualità degno dell’accoppiamento dei cani in calore.

a. La condivisione delle mogli in Unione Sovietica

Nel 1904 Lenin scriveva: «La lussuria può emancipare l’energia dello spirito; non affinché ai valori pseudo-familiari ne traggano beneficio ma perché bisogna eliminare questo grumo di sangue per ottenere la vittoria del Socialismo[10]».

Nel corso di una riunione del Partito laburista socialdemocratico russo, Leon Trotskij propose, una volta che i bolscevichi avessero preso il potere, di diffondere nuovi principi per le relazioni sessuali. Tutto ciò in coerenza con la teoria comunista, che esige la distruzione della famiglia e la transizione verso una soddisfazione del desiderio sessuale senza freni.

Trotskij sosteneva anche che la responsabilità di educare i bambini spetta esclusivamente allo Stato. In una lettera inviata a Lenin nel 1911, Trotskij scriveva: «Indubbiamente, l’oppressione sessuale è il mezzo principale per schiavizzare una persona. Mentre tale oppressione è in essere non vi può essere alcuna reale libertà. La famiglia, come istituzione borghese, è completamente superata. È necessario parlarne di più con i lavoratori […]».

Lenin rispondeva: «E non solo la famiglia. Tutti i divieti relativi alla sessualità devono essere aboliti. […] Abbiamo qualcosa da imparare dalle suffragette: anche il divieto di amare persone dello stesso sesso dovrebbe essere eliminato[11]».

Dopo che i bolscevichi presero il potere, Lenin passò all’azione e promulgò una serie di norme che abolirono di fatto il matrimonio e conseguenze legali per l’omosessualità[12].

A quel tempo lo slogan “Abbasso la vergogna!” faceva parte del tentativo bolscevico di creare un “uomo nuovo”, proveniente dall’ideologia socialista; talvolta lo slogan era accompagnato da azioni quali camminare per strada nudi, urlando istericamente «La vergogna è nel passato borghese del popolo sovietico[13]».

Il 19 dicembre 1918 alcuni gruppi formati da lesbiche celebrarono con una parata la promulgazione del decreto che aboliva effettivamente il matrimonio. Trotskij scrive nelle sue memorie che la notizia rese Lenin molto felice e che incoraggiò un maggior numero di persone a marciare nude[14].

Nel 1923, il romanzo sovietico Un grande amore rese comune l’espressione “bicchier d’acqua”. L’autrice era Alexandra Kollontai una delle poche figure femminili di spicco nell’Unione Sovietica, avendo ricoperto ruoli importanti come Commissario del popolo per la solidarietà sociale, ambasciatrice in Svezia e in Norvegia.

Proveniente da una famiglia tradizionale, Kollontai era una rivoluzionaria che aveva fatto strada nella fazione bolscevica, alla ricerca della “liberazione femminile”. L’espressione “bicchier d’acqua”, estrapolata dal suo romanzo, è un sinonimo di indulgenza sessuale: nella società comunista, soddisfare i propri desideri sessuali deve essere normale e facile come bere un bicchiere d’acqua.

Il “bicchier d’acqua” si diffuse fra gli operai e particolarmente fra gli studenti adolescenti.

«La morale attuale della nostra gioventù è così riassunta», scriveva il noto ideologo comunista Smidovich sul quotidiano di regime Pravda il 21 marzo 1925, «Ogni membro della Lega della Gioventù Comunista, anche se minorenne, e ogni studente della ‘Rabfak’ (scuola di formazione del Partito comunista) ha il diritto di soddisfare il proprio desiderio sessuale. Questo principio non ha bisogno di essere dimostrato e l’astinenza è considerata una nozione borghese. Quando un uomo desidera una femmina, che sia una ragazza, una lavoratrice o una studentessa, lei deve obbedire alle voglie dell’uomo, altrimenti sarà considerata una borghese ed indegna di essere definita una vera comunista[15]».

La “liberazione” bolscevica non contemplava, evidentemente, né la libertà della donna di poter scegliere di non avere rapporti sessuali con ogni uomo che perdesse il controllo al solo vederla né, tantomeno, di avere dei valori morali.

Il divorzio divenne qualcosa di normale e diffuso in Unione Sovietica. «Il tasso di divorzio raggiunse livelli mai visti nella Storia. In breve tempo, sembrava che tutti a Mosca avessero divorziato», è l’osservazione di Paul Kengor nel suo libro Takedown: From Communists to Progressives, How the Left Has Sabotaged Family and Marriage [Dai comunisti ai progressivi, come la Sinistra ha sabotato la famiglia e il matrimonio]

Nel 1926, l’allora autorevole rivista americana The Atlantic pubblicò un articolo sulla sorprendente situazione in URSS, dal titolo I tentativi della Russia di abolire il matrimonio[16].

Il fenomeno delle cosiddette “famiglie svedesi” – che non ha nulla a che fare con la Svezia, ma si riferisce ad un ampio gruppo di uomini e donne che vivono insieme e che fanno sesso occasionale – apparve durante questo periodo di liberazione sessuale. Questo fenomeno aprì le porte alla promiscuità, al caos sessuale, all’omosessualità, al collasso morale, alla distruzione delle famiglie, alle malattie sessualmente trasmesse, allo stupro e altre deviazioni del comportamento sessuale[17].

In seguito all’espansione delle comunità socialiste, queste “famiglie svedesi” si diffusero in tutta l’Unione Sovietica col fenomeno noto come la “nazionalizzazione” o la “socializzazione” delle donne. Nel marzo 1918, la città di Ekaterinburg ne offrì un triste esempio: dopo che i bolscevichi presero  il controllo della città, ordinarono che le giovani donne tra i 16 e i 25 anni dovessero essere “socializzate”. L’ordine venne attuato da diversi funzionari del partito e dieci giovani donne vennero “socializzate”[18].

I bolscevichi stessi, tuttavia, restrinsero improvvisamente le politiche sul sesso alla fine del 1920: durante una conversazione con l’attivista femminista Clara Zetkin, Lenin rigettò la filosofia del “bicchier di acqua”, definendola «anti-marxista» e «antisociale»[19]. Il motivo del cambio di rotta era il fatto che liberazione sessuale aveva creato un “sottoprodotto” indesiderabile: un boom di nascite, a seguito delle quali spesso i neonati venivano abbandonati.

Anche da questo punto di vista, è del tutto evidente come la distruzione della famiglia porti ad orribili aberrazioni ed al collasso della società.

a. La Liberazione sessuale in Cina

Durante i primi anni del dominio del PCC, le circostanze erano simili a quelle dell’Unione Sovietica: i vari partiti comunisti sono come frutti diversi provenienti dallo stesso albero, tutti velenosi.

Chen Duxiu, uno dei primi leader comunisti cinesi, era noto per la sua vita privata dissoluta. Secondo le biografie redatte da Zheng Chaolin e Chen Bilan, anche altri esponenti del PCC (come Qu Qiubai, Cai Hesen, Zhang Tailei, Xiang Jingyu, Peng Shuzhi) hanno avuto una vita sessuale caotica: il loro atteggiamento verso il sesso era del tutto simile al “bicchier d’acqua” dei proto-rivoluzionari sovietici.

In Cina, la “liberazione sessuale” fu abbracciata non solo dai leader intellettuali del partito ma anche dalla gente comune che viveva nelle prime enclave di stampo sovietico del PCC (territori comandati dai rivoluzionari ed istituiti prima che il Partito Nazionalista di Chiang Kai-shek fosse rovesciato) a Hubei, Henan ed Anhui. In risposta alla promozione della “parità” delle donne e all’assoluta libertà di matrimonio e di divorzio, le attività rivoluzionarie venivano spesso interrotte per soddisfare le pulsioni sessuali dei rivoluzionari stessi.

I giovani che si trovavano nei territori governati dai soviet giustificavano le proprie relazioni dicendo che queste rappresentavano un modo di “essere vicini” al popolo, e non era raro per le donne più giovani avere sei o sette amanti.

Secondo i documenti storici raccolti nei soviet di Hubei, Henan ed Anhui, sui i capi dei partiti locali, «circa tre quarti di loro mantennero rapporti sessuali con decine o centinaia di donne[20]».

Come risultato, alla fine della primavera del 1931, in questi territori la sifilide era così diffusa che Zhang Guotao dovette richiedere a Pechino l’invio di medici specializzati nel trattamento della malattia. Molti anni dopo, nelle sue memorie, Zhang ricordava ancora in modo vivido le molestie sessuali ai danni delle donne nei soviet cinesi; alcune vittime erano amanti di anziani generali[21].

Nel 1937, Li Kenong era il comandante dell’Ottava Armata dell’Esercito cinese a Nanchino, ed era responsabile della raccolta di materiale militare, medicine e forniture generiche. I funzionari del governo centrale, controllando la lista dei medicinali, notarono una grande quantità di farmaci per il trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili. Il responsabile dello staff chiese senza mezzi termini a Li Kenong: «Ci sono molte persone nel tuo esercito che soffrono di questa malattia?». Non sapendo cosa rispondere, Li mentì, sostenendo che i medicinali sarebbero stati utilizzati per curare la popolazione locale[22].

Negli anni ’30 la libertà sessuale iniziò tuttavia ad essere percepita come una minaccia per il regime cinese: gli stessi problemi di disintegrazione sociale già manifestatisi nella Russia sovietica erano evidenti anche in Cina, al punto che i soldati dell’Armata Rossa cominciarono a preoccuparsi del fatto che le loro mogli potessero tradirli o divorziare, una volta che avessero a loro volta deciso di “votarsi alla rivoluzione”.

La conseguenza fu che l’efficienza operativa delle truppe ebbe un crollo verticale, mentre la tendenza alla promiscuità sembrava andare a rafforzare il significato dello slogan “proprietà in comune, mogli in comune”. I soviet cinesi iniziarono quindi ad attuare politiche di protezione a tutela dei matrimoni dei militari, limitando così il numero dei divorzi.

Capitolo 6Capitolo 7 (Parte II)

Note bibliografiche 

[1] W. Bradford Wilcox, “The Evolution of Divorce,” National Affairs, Number 35, Spring 2018. https://www.nationalaffairs.com/publications/detail/the-evolution-of-divorce

[2] See Table 1–17. “Number and Percent of Births to Unmarried Women, by Race and Hispanic Origin: United States, 1940–2000,” CDC, https://www.cdc.gov/nchs/data/statab/t001x17.pdf

[3] “Beyond Same-Sex Marriage: A New Strategic Vision for All Our Families and Relationships,” Studies in Gender and Sexuality, 9:2 (July 1, 2006): 161–171. https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/15240650801935198.

[4] Victoria Cavaliere, “Rhode Island School District Bans Father-Daughter, Mother-Son Events,”  http://www.nydailynews.com/news/national/rhode-island-school-district-bans-father-daughter-mother-son-events-article-1.1162289#nt=byline.

[5] Genesis 2:23, http://biblehub.com/genesis/2-23.htm.

[6] Engels, Frederick. n.d., “Origins of the Family. Chapter 2 (IV),” accessed June 17, 2018. https://www.marxists.org/archive/marx/works/1884/origin-family/ch02d.htm.

[7] “Robert Owen, Critique of Individualism (1825–1826),” n.d., Indiana University. Accessed June 17, 2018. https://web.archive.org/web/20171126034814/http://www.indiana.edu:80/~kdhist/H105-documents-web/week11/Owen1826.html.

[8] Engels, Frederick, n.d. “Origins of the Family. Chapter II (4.),” accessed June 17, 2018. https://www.marxists.org/archive/marx/works/1884/origin-family/ch02d.htm.

[9] Engels, Ibid.

[10] This translation is from the Russian: Melnichenko, Alexander, 2017. “Великая октябрьская сексуальная революция [The Great October Sexual Revolution].” Russian Folk Line, August 20, 2017, http://ruskline.ru/opp/2017/avgust/21/velikaya_oktyabrskaya_seksualnaya_revolyuciya/. This and other sources draw on the work of former Menshevik Aleksandra Kollontai.

[11] Ibid.

[12] Ibid.

[13] Ibid.

[14] Ibid.

[15] Наталья Короткая,“Эрос революции: “Комсомолка, не будь мещанкой – помоги мужчине снять напряжение!” https://lady.tut.by/news/sex/319720.html?crnd=68249.

[16] Paul Kengor, Takedown: From Communists to Progressives, How the Left Has Sabotaged Family and Marriage (WND Books, 2015), 54.

[17] See Melnichenko (2017).

[18] Xia Hou, “The Promiscuous Gene of Communism: Sexual Liberation,” The Epoch Times (Chinese edition). April 9, 2017, http://www.epochtimes.com/gb/17/4/9/n9018949.htm; The Weekly Review, Volumes 4–5 (National Weekly Corporation, 1921), 232, available at https://goo.gl/QY1gBc; for the incident of Red Army commander Karaseev socializing 10 girls, see Olga Greig (Ольга Грейгъ), Chapter 7 of “The Revolution of the Sexes,” or “The Secret Mission of Clara Zetkin” (Революция полов, или Тайная миссия Клары Цеткин), available at https://rutlib5.com/book/21336/p/8

[19] Clara Zetkin, “Lenin on the Women’s Question,” My Memorandum (transcribed from the Writings of V.I. Lenin, International Publishers, available at https://www.marxists.org/archive/zetkin/1920/lenin/zetkin1.htm)

[20] Huang Wenzhi, “‘What Happened after Nora Left’: Women’s Liberation, Freedom of Marriage, and Class Revolution: A Historical Survey of the Hubei-Henan-Anhui Soviet Districts (1922–1932),” Open Times no. 4 (2013). Chinese: 黃文治:〈 “娜拉走後怎樣”:婦女解放、婚姻自由及階級革命——以鄂豫皖蘇區為中心的歷史考察(1922~1932)〉《開放時代》,2013年第4期.

[21] Huang Wenzhi (2013), Ibid.

[22] “Yang Ning, “Why Did the Eighth Route Army Purchase Medicines for Sexual Transmitted Diseases?” The Epoch Times (Chinese),  http://www.epochtimes.com/gb/18/1/18/n10069025.htm

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